Non esistono verità assolute o dogmi insindacabili. Questi sono solo strumenti concepiti per soggiogare la vostra mente

sabato 8 dicembre 2012

IL DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

Oggi 8 dicembre parliamo di immacolata concezione, ovvero di un dogma del cattolicesimo.
Innanzitutto spieghiamo cos'è:

"Molte persone credono erroneamente che l’immacolata concezione si riferisca alla concezione di Gesù Cristo. La concezione di Gesù fu nel modo più assoluto immacolata… ma questo concetto non si riferisce affatto a Gesù. L’immacolata concezione è una dottrina della Chiesa Cattolica Romana nei riguardi di Maria, la madre di Gesù. Una formulazione ufficiale della dottrina recita: “…la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale”. In buona sostanza, l’immacolata concezione è la dottrina secondo cui Maria fu protetta dal peccato originale, non aveva una natura di peccato ed era, di fatto, senza peccato."
Tratto da uno dei tanti siti cattolici  (link)

Adesso vediamo come nasce e quanto può essere attendibile questo dogma, la fonte è "Il Gallo cantò ancora" di Karlheinz Deschner.

La festa dell'immacolata concezione di Maria fece la sua comparsa nell'VIII secolo; il suo presupposto consiste nel fatto che anche Maria sarebbe stata concepita e partorita dalla madre "immacolata", cioè senza il peccato originale.
I grandi luminari della Chiesa, come Bernardo di Chiaravalle, Bonaventura, Alessandro di Hales, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino, richiamandosi all'autorità nientemeno che di Agostino, combatterono come superstizione codesta festività dell'immacolata concezione di Maria! Il domenicano Vinvent Bandelli menzionò non meno di 260 dotti cattolici per dimostrare eretica questa dottrina, propagandata e difesa soprattutto dai francescani. Anche Tommaso d'Aquino era un domenicano, ed è evidente che in questa polemica, condotta dai francescani anche col richiamo agli apocrifi e a falsi letterari, svolgeva un ruolo di rilievo la rivalità sempre presente fra i due ordini religiosi.  Papa Sisto IV, ex francescano,  nel 1482 vietò che si condannasse la fede nell'immacolata concezione, ma nel 1568 Pio V proibì di nuovo tale festa.  Tuttavia, il popolo, che divinizzava Maria, la voleva anche completamente pura; e poichè anche altri ordini si adoperarono ardentemente a favore della nuova dottrina, specialmente i Cistercensi, il cui primo abate Robert di Molesme ebbe persino una "relazione segreta" con Maria, e infine anche i gesuiti, i domenicani dovettero soccombere. Nel 1848 il gesuita Peronne dimostrò la concezione immacolata sulla base dell'esegesi biblica, fondandosi, frà l'altro, sui versi del Cantico dei cantici ;!
La cosa era ormai chiara. Sei anni dopo, l'8 dicembre 1854, Pio IX proclamò con la Bolla Ineffabilis Deus che la dottrina della imacolata conceptio della santissima vergine Maria era stata rivelata da Dio e perciò doveva essere saldamente e costantemente creduta da tutti i fedeli. Prima della proclamazione del dogma, per altro, il papa aveva interrogato  i vescovi, dei quali 536 si pronunciarono a favore della nuova dottrina, 4 contro e 36 espressero dubbi sull'opportunità si una siffatta dogmatizzazione.


















sabato 13 ottobre 2012

MA LE STREGHE ESISTONO?

di Walter Peruzzi

Per rendersi conto di quanto la Chiesa cattolica, mentre si finge portatrice
infallibile di verità assolute, sia volubile in fatto di dottrina, è interessante
considerare le sue idee sulle streghe.


Le streghe non esistono
Nei primi secoli cristiani e per tutto l'Alto Medioevo vi era molta cautela
nel riconoscere l'influenza del diavolo nelle vicende umane e ancora meno si
accettava l'idea di esseri umani dotati di poteri straordinari.
Secondo il Canon Episcopi (IX-X secolo), poi confluito nel Corpus Iuris
canonici, Satana può «tentare donne depravate», cui fa credere di avere
poteri straordinari, come «cavalcare la notte certune bestie». Ma si tratta di
inganni «che accadono solo nello spirito» e solo sciocchi, ottusi e stupide
donnicciuole possono credere che «avvengono anche nel corpo». Della stessa
idea era nel XII secolo il vescovo inglese e funzionario della curia papale Jean
de Salisbury.
Sì, le streghe esistono
Sennonché, solo cinquant'anni dopo, Gregorio IX afferma nella bolla Vox
in Rama (1233), che c'erano "assemblee di reprobi", adoratori di Satana, in
cui comparivano "una specie di rana" o "rospo", grande come "la bocca di un
forno", che veniva baciata sull'ano, e "un uomo il cui corpo dai fianchi in su è
brillante e luminoso come il sole, mentre nella parte inferiore è ruvido e
peloso come quello di un gatto".
La bolla inaugurò un cliché presente dal Trecento al Settecento in vari
testi, dove compaiono anche le streghe che «ballavano et el diabolo sonava.
Et ibi el diabolo le brazava ad una ad una».
Nel XIII secolo, intanto, Tommaso d'Aquino spiegava nella Somma
teologica (Ia, q. 51, a. 3 ad 6) come il diavolo possa accoppiarsi con donne e
generare figli (una spiegazione ripresa due secoli dopo per accusare le streghe
di unioni carnali col demonio).
Cominciarono nel XIII secolo anche i processi alle streghe e furono accesi
i primi roghi: nel 1275 in Francia, nel 1296 in Val d'Adige.
Nel 1326, con la bolla Super illius specula, Giovanni XXII scomunicava
quanti «stringono un'alleanza con la morte e stipulano un patto con l'inferno:
fanno infatti sacrifici ai diavoli, li adorano. chiedono responsi, li ricevono». Era
semmai il giureconsulto laico Bartolo da Sassoferrato a dubitare dei poteri
delle streghe cui afferma di credere solo perché la Chiesa ne affermava
l'esistenza.
Dalla fine del XV secolo, poi, la credenza della Chiesa cattolica nelle
streghe e la caccia alle stesse furono ribadite con la bolla Summi desiderantes
affectibus di Innocenzo VIII del 1484 dove si afferma esserci «in alcune
regioni della Germania parecchie persone di ambo i sessi" che "non temono di
darsi carnalmente ai diavoli, di far deperire e morire la progenie delle donne e
degli animali, le messi della terra; e ancora vigneti, giardini, prati, pascoli,
biade, cereali, legumi per mezzo di incantesimi, fatture, scongiuri ed altre
esecrabili pratiche magiche, eccessi, crimini e delitti; di impedire agli uomini di
generare, alle donne di concepire, e di rendere impossibile al marito e moglie
di compiere il loro coniugale dovere [...]».
Il papa incaricò di perseguitare le streghe i due inquisitori domenicani,
Enrico Insistoris e Giacomo Sprenger, che scrissero il Malleus maleficarum
(Martello delle streghe), testo-base nei processi alla streghe, più diffuso della
Bibbia, di cui l'università di Colonia certificò nel 1487 la «conformità
dottrinaria alla verità cattolica». Tesi centrale del libro è "l'esistenza degli
stregoni", tanto che pensare il contrario è "eretico".
Gli stregoni, secondo i due misogini e sessuofobici autori del Malleus, sono
soprattutto streghe, che esercitano i loro diabolici poteri soprattutto in quanto
attiene alla sfera sessuale. «Il trasferimento da un luogo all'altro è una delle
loro azioni più salienti, come il fatto di abbandonarsi alle sporcizie carnali. Vi
sono certe [streghe] che sono solite divorare e mangiare i bambini della
propria specie; esse scatenano grandinate, venti dannosi con fulmini, procu-
rano sterilità negli uomini e negli animali, i bambini che non divorano li
offrono ai diavoli o li uccidono in altro modo».




Tre secoli di bolle e stragi
Dalla fine del XV secolo alla metà del Settecento si consumò una strage di
cui è impossibile dire le dimensioni precise e che sporadicamente continuò
anche dopo: ancora nel 1828 fu trucidata a Cervarolo, in Val Sesia, perché
ritenuta una strega, Margherita Guglielmina, detta la "stria Gatina".
Stragi e persecuzioni furono costantemente accompagnate da bolle papali
- dalla Cum acceperimus (1501) di Alessandro VI alla Dudum (1523) di
Adriano VI; dalla Coeli et terrae (1585) di Sisto V alla Inscrutabilis (1631) di
Urbano VIII - in cui si confermava la credenza cattolica in "sortilegi" e "malie"
che "distruggono uomini, bestie e campi"; in streghe e stregoni che, avendo
"eletto il diavolo a loro signore", danneggiano "le bestie e i frutti della terra" o
prevedono "casi futuri"; nel dovere per gli inquisitori "a procedere liberamente,
reprimere e punire" condannando a morte i responsabili di malefici
mortali (Gregorio XV, Omnipotentis dei, 1623).
Ma insomma le streghe esistono o no?
In conclusione, per almeno tre secoli, le più risibili e inverosimili credenze
furono coltivate e insegnate da quel papato che, secondo Leone XIII, «deve
poter giudicare con la sua autorità quali siano le cose contenute nella parola di
Dio, quali dottrine sono ad esse conformi, e quali no. altrimenti non sarebbe
più il sicuro interprete della parola di Dio, né guida sicura all'uomo nell'agire».
(Sapientiae Christianae).
Oggi sembra di poter dire che la Chiesa cattolica non crede più alle
streghe. Anche se non dice espressamente di essersi sbagliata a propagandare
tale credenza e ad aver fatto ammazzare decine o centinaia di
migliaia di donne come "streghe", ossia di non essere stata, in questa come in
molte altre materie, per secoli, né guida sicura per l'uomo né interprete sicura
di Dio.


LIBRI: La Malafede

L'intento di questo saggio è quello di dimostrare esegeticamente, con incredibile precisione e coraggio, l'inattendibilità e l'assurdità di quanto contenuto nei testi sacri del Cristianesimo, ripercorrendo con attenzione filologica molteplici passi della Bibbia e dei Vangeli. Smascherare le insidie e le atrocità di una religione misogina, anacronistica, che ci vuole portatori di peccato sin dalla nascita, nonché castrati nella possibilità di vivere una sessualità libera e sana. Lungi dall'esser latrice di Valori rivendicati come autenticamente fondanti la civiltà occidentale, la chiesa dovrebbe rispondere al contrario dei molteplici scandali che ne attanagliano la condotta morale, occultati con sapienza dai ministri del culto.
Renato Testa è nato a Pignataro Maggiore il primo gennaio del 1946. Si è laureato a "La Sapienza" di Roma in Lettere e in Filosofia. Ha insegnato materie umanistiche in vari licei scientifici. Ora in pensione, vive a Verona. Ha già pubblicato: Dall'attualismo all'empirismo assoluto, CADMO editore, 1976, e Il pensiero di Franco Lombardi, Armando Editore, 1995.


Presentazione dell’autore
“Il nostro tempo sa… Ciò che prima era solo patologico, oggi è divenuto
indecente - esser cristiani oggi è indecente”. Così scriveva Friedrich Nietzsche
alla fine dell’Ottocento. Ma perché già allora - e oggi ancor di più - era
indecente essere cristiani? Perché il nostro tempo sa, dice Nietzsche. Che cosa?
Che il cristianesimo è solo un’accozzaglia di miti e leggende ormai insostenibili.
E ciò è stato dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio. Questo libro
non fa altro che ribadire, con dati e argomenti solidissimi, questa elementare
verità.
Noi siamo diventati cristiani, e cattolici, a nostra insaputa: perché siamo
stati battezzati da piccoli, quando eravamo incapaci d’intendere e di volere.
Così ci siamo ritrovati arruolati senza averlo voluto e senza sapere che cosa
fosse il cristianesimo. Sarebbe ora, da adulti, di riesaminare questa nostra
estorta adesione al lume della ragione, tanto più che la religione svolge un
ruolo molto importante nel determinare le scelte di vita, nostre e della società.
Non ci si può sentir legati, per un senso di malintesa lealtà, ad una scelta
che non si è compiuta, ad una fede imposta da altri.
Questo libro professa un ateismo radicale, un ateismo senza se e senza
ma, e prende le mosse da una critica rigorosa, ormai ampiamente condivisa da
quanti si affidano alla ragione, delle tradizionali prove dell’esistenza di Dio
(ontologica, cosmologica o causale, finalistica) e del più recente argomento del
“progetto intelligente”, cui oppone due formidabili dimostrazioni della sua non
esistenza: quella basata sulla presenza del male nel mondo e quella della non
evidenza di questo Dio – che è detto onnipresente – davanti agli occhi di tutti.
Ma il piatto forte è la critica del cristianesimo che prende come punti di
riferimento due testi chiave, le colonne portanti della sua dottrina: la Bibbia
(quella di Gerusalemme, approvata dalla Conferenza episcopale italiana), che
contiene, si dice, la Parola di Dio, e il Catechismo della Chiesa cattolica, che
esibisce l’insegnamento irriformabile della Chiesa. Tutti e due infallibili, tutti e
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due immodificabili. L’esame dimostra che ci troviamo di fronte a un cumulo di
assurdità, a un coacervo di decrepite e inaccettabili superstizioni.
Prendiamo, per esempio, la “narrazione” che sta alla base di tutta la
religione cristiana. Dio crea il mondo e in esso l’uomo per farlo partecipe, nella
sua infinita bontà, della propria beatitudine. Perciò lo colloca in quel giardino di
delizie che è il paradiso terrestre. Ma, ahinoi, Adamo non fa in tempo ad essere
creato che subito pecca, disobbedisce a Dio e mangia il frutto proibito.
La punizione per quella mela mangiata dal nostro antico progenitore è
terrificante: la maestà divina si sente a tal punto offesa da decretare che tutti
gl’incolpevoli discendenti di Adamo siano condannati per l’eternità alle pene
indicibili dell’inferno. Milioni di uomini all’inferno per una colpa che non hanno
commesso! Sarà probabilmente un mio limite, ma non mi riesce di veder
rifulgere in questa punizione né l’infinita bontà né la perfetta giustizia di un Dio
che, si dice, è amore.
Tutto ciò accade perché Dio aveva concepito l’ottimo proposito di
partecipare all’uomo la sua beatitudine, ma quel mascalzone di Adamo – e,
prima di lui, quella poco di buono di Eva - ha mandato tutto a monte
disobbedendo al suo creatore.
Ma c’è qualcosa, in questa storia, che non torna. Certo, Dio aveva
programmato tutto per il bene dell’uomo; eppure egli non poteva non sapere -
infatti è onnisciente - che le cose sarebbero andate ben diversamente. Egli
sapeva perfettamente che il genere umano, da lui creato con tanto amore,
sarebbe stato destinato non alla beatitudine bensì alla dannazione eterna (da
lui stesso per altro stabilita come giusta (?) punizione per la mela mangiata da
Adamo).
E allora, perché l’ha fatto?
Giriamo pagina. Successivamente apprendiamo che, molto tempo dopo -
intanto una miriade di uomini erano andati all’inferno dove resteranno ad
arrostire per l’eternità - Dio decide, bontà sua, di redimere il genere umano.
E che fa?
Avrebbe potuto dire (è onnipotente, è misericordia infinita): “Vi perdono”.
E amen. Invece no. La sua divina maestà - terribilmente offesa perché Adamo
aveva mangiato una mela! - pretende un sacrificio cruento: un innocente, una
vittima incolpevole deve pagare con una morte atroce per quell’antica colpa. Vi
sembra giusto? Chi obbligava Dio ad esigere questo tipo di risarcimento così
ripugnante? Soltanto la sua infinita giustizia!
E chi sarà “l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”? Suo figlio, Dio
al pari di Lui. Solo un Dio può ripagare l’offesa fatta a un Dio, e così ci viene
narrata la favola caramellosa di un Padre che, per amore del genere umano, fa
violenza al suo cuore di genitore e manda a morte il suo figlio unigenito, e di
un Figlio che, per amore del genere umano, accetta docile di immolarsi sulla
croce!
“Padre mio - dirà Gesù, prostrato nel Getsemani, prima della sua passione
e morte -, se è possibile, passi da me questo calice!” (Mt 26, 39). Invece non
sarà possibile e Gesù berrà fino in fondo l’amaro calice. Eppure Dio è
onnipotente. Se vuole può tutto: a lui nulla è impossibile. E’ chiaro, dunque: il
Dio macellaio vuole il sangue del Figlio! Perché?
Per recitare questa bislacca sceneggiata c’è bisogno almeno di due
personaggi - che poi, per fare il numero perfetto, diventeranno tre -, e allora
l’unico Dio si scopre trino, pur rimanendo assolutamente uno. Mah.
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Che cosa accade allora? Perché si possa compiere la redenzione gli uomini
arrestano questo Dio (che è il Figlio del Padre, ma è anche, in qualche modo, il
Padre stesso, se Dio è e deve essere uno), lo insultano, lo scherniscono, gli
sputano addosso, lo flagellano e, infine, lo uccidono con l’infamante supplizio
della croce.
A questo punto Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) può dirsi soddisfatto:
l’oltraggio inflitto al suo onore dalla disobbedienza di Adamo è stato finalmente
sanato dal…“disonor del Golgota”! Ci può essere storia più assurda e
sconclusionata? E’ incredibile che oggi possano ancora credersi simili sciocchezze.
Non basta. Con la passione e morte di Cristo Satana è stato sconfitto e
l’umanità tutta, dicono, è stata redenta: liberata definitivamente dal male, dal
peccato, dalla morte. Ve ne siete accorti? Io no. Vedo ancora uomini soffrire,
peccare, morire.
Queste sono solo alcune delle tante assurdità del cristianesimo. Qualche
altro esempio alla rinfusa. Chi è peggio Hitler, che tentò di compiere il
genocidio degli ebrei, o Jahvè, che con il diluvio universale sterminò quasi tutto
il genere umano? Chi è più criminale Erode, che ordinò la strage degli innocenti
a Betlemme, o Jahvè, che uccise di sua mano tutti gl’incolpevoli primogeniti
d’Egitto, animali compresi?
Confrontate i racconti della nascita di Gesù di Matteo e di Luca: sono due
storie completamente diverse, incompatibili tra loro. O è vera l’una o è vera
l’altra (o sono false entrambe).
Eppure si dice che i vangeli sono la Verità. Quali sono state le ultime parole
di Gesù prima di morire? “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”
(Luca)? Oppure “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco e
Matteo)? Oppure “Tutto è compiuto” (Giovanni)? Non si sa.
Certo è però che qualcuno ha raccontato il falso. Affidabili, questi
evangelisti! Gesù è vero uomo e vero Dio, dicono. Alle corte: davanti alle
grazie generose della Maddalena cosa fa? Si eccita come un vero uomo o
rimane impassibile come si conviene al vero Dio?
Gesù ha detto: “Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può
essere mio discepolo” (Lc 14, 33). Lo sanno (e lo fanno) quelli che si
definiscono cristiani?
Non è forse sommamente indecente dire che è amore, che è bontà infinita
un Dio che per i suoi figli - cui vuole, assicurano, tanto bene - ha inventato,
oltre che tante malattie, la dannazione eterna dell’inferno?
E qui mi fermo. Per dare un’idea della varietà e vastità dei temi affrontati
nel libro ne riporto l’indice:
un ateismo radicale; la critica delle prove dell’esistenza di Dio; le prove della
non esistenza di Dio; la rivelazione e la Bibbia; errori e orrori, falsità e
sciocchezze dell’Antico Testamento; falsità e contraddizioni del Nuovo
Testamento; Gesù: Messia o Dio? Nessuno dei due; fede, ragione, verità;
cristianesimo e modernità; la predestinazione: una dottrina ripugnante; la
magia sacramentale; la morale cristiana: nobili e sublimi idiozie; politica,
economia, società; santi e miracoli; un confronto con Vittorio Messori;
conclusione.
Renato Testa

Libro acquistabile qui.

lunedì 24 settembre 2012

LA VIOLENZA PER RAGIONI DI FEDE

 (articolo tratto da Cattolicesimo reale)

Benedetto XVI ha detto che «i fondamentalismi falsificano la fede». Se è così la religione cattolica è stata falsificata fin dall’inizio. E non migliora.
«Il fondamentalismo è sempre una falsificazione delle religioni» – ha detto Benedetto XVI all’inizio del suo viaggio in Libano del 14 settembre, riferendosi alle proteste violente dei fondamentalisti islamici per un film contro Maometto -, «perché Dio invita a creare pace nel mondo e compito delle fedi è creare la pace».
Tutto il contrario di quando il Concilio di Vienne intimava ai principi cattolici di vietare ai Saraceni riunioni in templi o moschee «per adorarvi il perfido Maometto» (1311-12) o di quando il Santo Officio decretava che «Amico di Dio è chi uccide i nemici di Dio» (1605).
Una lunga scia di sangue
L’ intolleranza verso eretici e infedeli si manifestò fin dalla nascita del cattolicesimo. Appena dodici anni dopo l’editto di Milano (313), che concedeva ai cristiani libertà di culto, il Concilio di Nicea condannò a morte chi conservava i libri dell’eretico Ario. Venti anni dopo il neoconvertito Firmino Materno esortava gli imperatori ad abbattere i templi pagani.
La lotta contro gli infedeli fu poi condotta soprattutto  attraverso la guerra contro i sassoni, le crociate, l’evangelizzazione forzata delle Americhe, l’attività “missionaria” al seguito delle potenze coloniali, la persecuzione degli ebrei; mentre la repressione degli eretici fu dapprima lasciata alle autorità civili, poi gestita insieme a loro o in proprio attraverso spedizioni militari, guerre di religione, i tribunali dell’inquisizione, i processi alle streghe.
Dio lo vuole
Un argomento spesso usato per giustificare le uccisioni di eretici e infedeli è che, come insegna la Bibbia, sono volute da Dio. Scrive Agostino: «Cosa Mosè compì o ordinò di tanto crudele quando, pieno di santo zelo per il popolo a lui affidato … avendo saputo che si era abbandonato a fabbricare e adorare un idolo … si vendicò con la spada su pochi che Dio stesso, che avevano offeso, nel suo profondo e segreto giudizio aveva voluto che venissero assaliti e abbattuti?» (Contro Fausto Manicheo, libro XXII, 74-79, 397-8).
E ancora il Catechismo romano del 1566, a proposito degli israeliti uccisi dai figli di Levi perché si erano dati all’idolatria, scrive: «i leviti non peccarono … quando uccisero per ordine del Signore migliaia di persone; meritarono anzi l’elogio di Mosè» (§ 328). Un Dio evidentemente tutto diverso, neppure lontano parente, di quello mite e pacifico adorato da Benedetto XVI.

Meritano la morte
Un altro e ancor più decisivo argomento, specie nel caso degli eretici, è che la morte costituisce una giusta punizione per la loro colpa. A sostenerlo fu soprattutto Tommaso d’Aquino per il quale gli eretici «hanno meritato … di essere tolti dal mondo con la morte» perché hanno corrotto la fede «in cui risiede la vita dell’anima». Ciò è assai peggio che «falsare il denaro, con cui si provvede alla vita temporale». Perciò se vengono condannati a morte i falsari tanto più è giusto che lo siano gli eretici. Quanto ai recidivi: «Se essi si ravvedono, vengono accolti con il perdono, ma non liberati dalla pena di morte» (Somma teologica, IIa, IIae, q. 11). Da ricordare, per inciso, che non toccava agli inquisitori provare l’accusa, ma all’eretico dimostrare la sua innocenza.
In conclusione a fondamento della condanna vi è l’identificazione del peccato con il reato, tipica di ogni stato confessionale, fondato su una qualche sharia. Uno stato cui ancora oggi la Chiesa aspira (vedi campagne contro le unioni di fatto, sul fine-vita ecc.).
Delazione, tortura, espropri
La lotta contro l’eresia era quindi un dovere per il credente, come stabiliva il Concilio Laterano IV (1215): «I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici godano delle indulgenze e dei santi privilegi …. quelli che prestano fede agli eretici, li ricevono, li difendono, li aiutano, siano soggetti alla scomunica». E il Manuale dell’inquisitore di Eymerich del 1376 spiega che è premiata con indulgenze la delazione, mentre la mancata delazione è punita con la scomunica.
Inoltre per far confessare gli eretici e i loro complici fu autorizzata la tortura, introdotta da Innocenzo IV con la bolla Ad extirpanda (1254) e divenuta pratica costante. Nel 1557 Paolo IV, col Decreto I del Santo ufficio, tranquillizzò i chierici che partecipavano ai processi contro gli eretici e agli “interrogatori”, dando loro «licenza e facoltà … di emettere voti e sentenze che non solo comportino interrogatori e torture nei confronti dei rei … ma anche una pena appropriata e una condanna fino alla mutilazione o al versamento di sangue fino alla morte naturale inclusa».
Infine agli eretici si comminavano, oltre la morte, la confisca di tutti i beni e la distruzione delle case in cui si rifugiavano. Da misure analoghe erano colpiti secondo le Costituzioni papali sull’Inquisizione anche i loro figli, benché «fedeli alla dottrina», come precisa Innocenzo III nella bolla Vergentis del 1199, con logica che ricorda il dogma del peccato originale dei progenitori fatto pagare a tutta l’umanità.
E poi è per il loro bene
Ma non è facile far accettare l’idea che un eretico sia equiparabile a un assassino, o che l’inquisizione sia consona a una «religione dell’amore». Di conseguenza nel mondo cattolico si è sviluppato – insieme alla giustificazione dell’omicidio per ragioni di fede – il tentativo ipocrita di negare la realtà o rovesciarla.
Così la formula con cui gli inquisitori affidavano l’eretico al braccio secolare perché fosse messo al rogo, era: «Ti abbandoniamo al braccio secolare e al suo potere, allo stesso tempo preghiamo questa curia secolare di non giungere nella sua sentenza fino alla effusione del tuo sangue e alla pena di morte». Una «vile ipocrisia» (Lea), cioè l’esatto contrario di quanto si voleva tanto è vero che quando le autorità civili anche solo tardavano nell’eseguire la sentenza di morte rischiavano di essere processate a loro volta per eresia!
Un altro modo di occultare la verità era poi di dire che sì, gli eretici venivano uccisi. Ma per il loro bene. Così nel XVI secolo il teologo Clemente Dolera, riprendendo Tommaso d’Aquino, scrive che mandare a morte gli eretici pertinaci «era considerato un favore perché si toglieva loro la possibilità di continuare ad abusare della grazia, aumentando le proprie responsabilità davanti a Dio» (in Dottrina ecclesiologica del cardinale C. D., L’Inquisizione, Città del Vaticano 2003).
Un monumento di ipocrisia
In questa lunga storia di omicidi per ragioni di fede, legittimati in punta di dottrina, si sono formate una chiesa e una religione irrimediabilmente impastate di intolleranza e di ipocrisia. Non stiamo infatti parlando, come l’apologetica cattolica vorrebbe far credere, di qualche episodio sporadico, remoto nel tempo, ma di pratiche che non solo hanno prodotto un numero incalcolabile di vittime (si parla di venti milioni solo per le crociate) ma sono state giustificate e sono continuate  ininterrottamente, con maggiore o minore intensità, dal Concilio di Nicea (325) alla chiusura degli ultimi forni dell’inquisizione (1808) e alla presa di Roma (1870), ossia per tutta la vita bimillenaria della Chiesa, tolta una manciata di anni.
Significa che per 1500 anni circa sui 1700 scarsi in cui la Chiesa cattolica ha operato liberamente (cioè per quasi il 90% della sua esistenza) il cattolicesimo ha compiuto e  teorizzato delitti per ragioni di fede che hanno visto coinvolti (nell’eseguirli o nel sostenerli, condividerli, giustificarli almeno) 223 papi su 233 (96%) e la grandissima parte dei vescovi e dei preti  succedutisi in venti secoli.
Difficile credere che ciò non abbia plasmato e improntato di sé una Chiesa che,  per di più, fondamentalista lo è ancora, dato che tenta ancora di imporre la sua morale allo stato laico e a tutti i cittadini, benché senza ricorrere al rogo. Altrettanto difficile credere che questa Chiesa, sia tutta pace e miele come Benedetto XVI ce la dipinge, «santa e immacolata» (Catechismo della Chiesa cattolica, § 1426), dotata «del carisma dell’infallibilità in materia di fede e di costumi» (ibid., § 890), «colonna e sostegno della verità» (ibid., § 2032), e non invece un monumento di ipocrisia.


LINK articolo

martedì 4 settembre 2012

LA STORIA DI MEDJUGORJE

Questa località è diventata celebre nel mondo perché, il 24 giugno del 1981, Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo (che allora avevano tra 10 e 16 anni, oggi sono tutti adulti, padri e madri di famiglia) affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenterebbe con il titolo di "Regina della Pace" (Kraljica Mira). Per questo motivo Međugorje è divenuta oggi una famosa meta di numerosi pellegrinaggi.

La posizione attuale della Chiesa sulle apparizioni è di "non constat de supernaturalitate" (non c'è evidenza di soprannaturale), come sancito dalla Dichiarazione di Zara (1990), dato che l'evento in sè non è ancora terminato. Nel marzo 2010, la Santa Sede ha formato una commissione per indagare sui fatti. Tale commissione è composta da vescovi, teologi ed altri esperti, sotto la guida del cardinale Camillo Ruini. A conclusione dei lavori, svolti nel più assoluto riserbo, gli stessi verranno consegnati alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Però nelle Normae S.Congregationis pro doctrina fidei de modo procedendi in iudicandis praesumptis apparitionibus ac revelationibus, il documento ufficiale approvato nel 1978 da Papa Paolo VI che contiene le indicazioni cui i pastori devono attenersi nell'emettere il giudizio di veridicità riguardo una presunta apparizione, sono contemplate due formule giuridiche che sanciscono lo stato del fenomeno in esame: "constat de supernaturalitate" e "constat de non supernaturalitate", traducibili rispettivamente come "risulta essere soprannaturale" e "risulta essere non soprannaturale". Tuttavia nel caso delle apparizioni mariane di Medjugorje, nel 1991 la Conferenza episcopale jugoslava raggiunse una formulazione di compromesso (unico caso nella storia delle apparizioni mariane) adottando la formula "non constat de supernaturalitate" (non risulta essere soprannaturale), lasciando così la porta aperta. Non si è voluto cioè escludere a priori che ci siano davvero apparizioni mariane a Medjugorje (come sarebbe stato se si fosse utilizzata la formula ufficiale).

Questo è quanto riportato su Wikipedia, Marco Corvaglia nato nel 1969, laureato in lettere ed insegnante, da diversi anni studia il fenomeno di Medjugorje e, nel 2007, ha pubblicato, con Anteprima (gruppo Lindau), il libro Medjugorje: è tutto falso.

Qui potete trovare il suo sito web, dove approfondisce l'argomento Medjugorje e spiega il suo punto di vista. Direi che merita approfondire, visto che purtroppo sono milioni i pecoroni che buttano via soldi e tempo per recarsi in questi luoghi ed arricchire questi personaggi mistificatori e imbroglioni.

mercoledì 2 maggio 2012

Meditate gente, meditate...


sabato 28 aprile 2012

IL 'MISTERO' DI DIO

di Domenico Contartese

L’uomo è più vecchio di Dio, molto più vecchio, oltre cento volte più vecchio. Tutte le divinità e i loro adepti devono rispetto all’uomo, tanto rispetto al padre che li ha generati.
Dio Horo dell'antico Egitto
La discussione intorno alla figura di Dio andrebbe avviata, a mio avviso, iniziando dai suoi dati anagrafici: luogo e data di nascita, come del resto si fa con qualsiasi personaggio storico, importante o meno che sia, per inquadrarlo correttamente nell’ambiente sociale, storico ed economico. Dio nasce nella mente degli uomini preistorici circa 50 mila anni fa (volendo essere espansivi con il mondo religioso) nel paleolitico superiore, come idea allo stato embrionale, come senso di stupore, paura e manifestazione di atteggiamenti misteriosi nei confronti della morte. I nostri antenati, con l’inizio dell’inumazione nelle tombe, depositavano in esse, quale corredo del defunto, una serie di oggetti: monili, denti di animali, conchiglie, palline di ocra, arnesi da caccia, immaginando la continuità della vita in un misterioso aldilà. Dio nasce e si sviluppa dal sentimento di paura e dal terrore della morte, un vero trauma non solo per i nostri progenitori ma anche per molti uomini del presente. Nei rapporti con la natura l’uomo primitivo esprime invece forme di vitalità senza panico, riproduce fedelmente le scene reali della vita. E’ quello che succede nel paleolitico superiore (30-10 mila anni a.c.) con la pittura rupestre. Vengono raffigurati nelle grotte animali e scene di caccia, con una simbologia che fa pensare a riti propiziatori di una buona caccia (grotta del Lascaux, Francia). Questo legame molto forte con la natura, con gli animali in particolare, che costituivano una preziosa fonte di cibo (gazzelle, bisonti, ecc.) venne via via ideologizzato fino ad una vera e propria venerazione.
Nel neolitico (10 mila anni a.c.) la vita diventa stanziale in grandi aree (Europa Asia) e l’attenzione viene rivolta alla terra da cui provengono i prodotti del sostentamento. La terra genera la vita. La terra è madre come la donna che genera la prole. Vengono riprodotte statuette d’argilla con grossi seni e fianchi abbondanti . Nasce il culto della fertilità, un Dio al femminile che verrà invocato e pregato affinché produca abbondanza di messe e crescita di animali. Con la suddivisione del lavoro subentra la società patriarcale e le divinità al maschile, che si differenziano in virtù del potere sociale dei governanti. Il Dio dell’antico Egitto (III-I millennio a.c.) o meglio le numerose divinità, sono animali, piante e addirittura pietre. Vengono venerati serpenti, coccodrilli, arieti, gatti e scarabei. Il Dio più potente è Horo, raffigurato con un uomo dalla testa di falco e disco solare, emanazione del potere del faraone.
Nella Mesopotamia (III - I millennio a.c.) vengono elencati ben 1970 nomi divini, tra cui: Enlil (Dio dei fenomeni atmosferici), Enki (Dio delle acque sotterranee), An (Dio del cielo), Utu (Dio del sole), Nanna (Dio della luna), Inanna o Ishtar (Dea della stella Venere).
Nell’Anatolia (attuale Turchia, II - I millennio a.c.) si contano un migliaio di divinità, divisi per gerarchia (superi ed inferi), per sesso, per area geografica, per città. Spiccano le divinità cosmiche, dei fenomeni atmosferici: Katahha (Dea madre), Estan (Dio Sole), Saru (Dio della tempesta) ed ancora permane Istar (Dea dell’amore). Vi è traccia dello Zoomorfismo (divinità collegate agli animali, in particolare al toro e al cervo) nel III millennio a.c. Interessante notare come ad alcune divinità vengano attribuite attività e desideri sessuali (la mente inizia a sbizzarrirsi). Kumarbi (il coppiere del dio celeste) si accoppia con la roccia e dal rapporto nasce il “mostro di pietra”; la dea Ishtar viene sedotta da Hullicummi e da Hedammu; la stessa Ishtar subisce un tentativo di violenza da parte del monte Pisaisa (provate ad immaginare l’organo sessuale della montagna). Non mancano accoppiamenti tra divinità, uomini e animali. In un racconto il dio Sole viene attratto da una vacca; si traveste da uomo e si unisce amorosamente con l’animale (c’era, evidentemente, carestia di sesso tra le divinità).
Le divinità si “avvicinano” sempre di più agli uomini e vengono loro conferiti poteri straordinari: diventano giudici del comportamento umano, comminano pene in virtù delle “colpe”, inviano pestilenze che uccidono una moltitudine di persone (la pestilenza del XVI secolo a.c. che colpì gli Ittiti). Gli uomini per placare le ire degli dei offrono sacrifici e, tra questi, anche esseri umani, successivamente sostituiti con animali.
Gli dei dell’antica Grecia (VII secolo a.c.) assomigliano agli uomini ma sono immortali. Vivono nell’Olimpo (la montagna più alta) senza lavorare: banchettano con le offerte dei mortali, svolgono attività sessuale, anche incestuosa con madri, figlie e sorelle. Quando le offerte ed i sacrifici in loro onore risultano carenti, rinfrescano la memoria ai mortali lanciando fulmini e saette. Un paragone calzante con i moderni usurai che tengono sotto scacco la società civile di intere regioni italiane. Ed arriviamo al Dio unico ebraico, cristiano, musulmano. E qui bisogna stare attenti anche all’uso delle parole per non finire nella sfera del vilipendio, o peggio ancora sulla forca (in Iran vige la pena di morte per apostasia). Queste religioni monoteiste sono accomunate da alcuni lineamenti, tra cui spiccano: maschilismo, sessuofobia, schiavismo. Il Dio del vecchio testamento ha le sembianze umane: parla con Abramo e Mosè (possiede quindi le corde vocali). E’ vendicativo, alimenta l’odio, uccide i primogeniti degli egiziani, compresi gli animali. Chiede ad Abramo di uccidere l’unico figlio che possiede. Classifica gli animali (che lui stesso avrebbe creato) in puri ed impuri (povere bestie). Impone regole dappertutto, dai rapporti sociali, a quelli sessuali. Condanna a morte gli adulteri, gli omosessuali, chi si accoppia con gli animali (povero dio sole).
Il Dio del nuovo testamento è più misericordioso ma attento a nominarlo invano, verrai punito con le pene dell’inferno.
Il Dio islamico, che si esprime direttamente nel Corano, è ancora più rigido: condanna a morte le donne adultere, chiede espressamente di uccidere i miscredenti, impone con le minacce le sue regole. Guai a chi osa ironizzare su Allah e Corano. Salman Rusdie è stato condannato a morte da una Fatwa per il suo libro “Versetti Satanici”; il regista Theo Van Gogh è stato ucciso per aver denunciato l’oppressione delle donne islamiche; Hina Saleem è stata sgozzata dal padre perché voleva allontanarsi dalla “retta via dell’Islam” e come lei, centinaia e migliaia di donne. E le vignette satiriche sul quotidiano olandese, che scherzavano sulla figura di Maometto, ve le ricordate? Stavano provocando una guerra fra due nazioni. Questo è il punto di arrivo dell’evoluzione del pensiero religioso degli ultimi 5 mila anni. L’uomo ha costruito nella sua mente una figura che ha assunto forme diverse nel tempo: da testa di falco a potenza suprema universale. Ha permesso che questa figura immaginaria si impadronisse delle sue capacità mentali e lo rendesse completamente schiavo. Dalla libertà iniziale, anche se accompagnata dalla paura, è giunto all’annientamento totale della sua personalità, autocastrandosi, cedendo gradualmente la sua libertà fino a perderla del tutto, diventando “servo di Dio”, assassino in suo nome. Bella conquista! Speriamo nei prossimi 50 mila anni. 

lunedì 30 gennaio 2012

VITTIME DELLA FEDE CRISTIANA

di Karlheinz Deschner

"Gesta memorande e mirabili compiute per la maggior gloria di Dio"



Avvertenza: sono qui elencati solamente fatti avvenuti per ordine o con partecipazione diretta delle autorità ecclesiastiche, oppure azioni commesse in nome e per conto della cristianità. Come è ovvio, la lista non ha pretese di completezza.

Paganesimo antico
Già durante l'Impero Romano, appena ammesso ufficialmente il culto cristiano con decreto imperiale del 315, si cominciò a demolire i luoghi del culto pagano e a sopprimere i sacerdoti pagani.
Tra il 315 e il sesto secolo furono perseguitati ed eliminati un numero incalcolabile di fedeli pagani.
Esempi celebri di templi distrutti: il santuario di Esculapio nell'Egea, il tempio di Afrodite a Golgota, i templi di Afaca nel Libano, il santuario di Eliopoli.
Sacerdoti cristiani, come Marco di Aretusa o Cirillo di Eliopoli, vennero persino celebrati come benemeriti "distruttori di templi". (DA 468)
Dall'anno 356 venne sancita la pena di morte per chi praticava i riti pagani (DA 468)
L'imperatore cristiano Teodosio (408-450) fece giustiziare perfino dei bambini per aver giocato coi resti delle statue pagane. (DA 469) Eppure, stando al giudizio di cronisti cristiani, Teodosio "ottemperava coscienziosamente ad ogni cristiano insegnamento".
Nel VI secolo, si finì per dichiarare fuorilegge i fedeli pagani
All'inizio del quarto secolo, per sobillazione di sacerdoti cristiani, fu giustiziato il filosofo politeista Sopatro. (DA 466)
Nel 415, la celeberrima scienziata e filosofa Ipazia di Alessandria venne letteralmente squartata da una plebaglia guidata e aizzata da un predicatore di nome Pietro, e i suoi resti dispersi in un letamaio. (DO 19-25)

Missioni di evangelizzazione
Nel 782, Carlo Magno fece tagliare la testa a 4500 Sassoni che non volevano farsi convertire al cristianesimo. (DO 30)
I contadini di Steding, nella Germania settentrionale, ribellatisi per non poter più sopportare l'esosa pressione fiscale, vengono massacrati il 27 maggio 1234 da un esercito crociato, e le loro fattorie occupate da devoti cattolici. Vi persero la vita tra 5000 e 11.000 uomini, donne e bambini. (WW 223)
Assedio di Belgrado nel 1456: nell'espugnazione della città vennero uccisi non meno di 80.000 musulmani. (DO 235)
XV secolo in Polonia: ordini cavallereschi cristiani saccheggiano 1019 chiese e circa 18.000 villaggi. Quante persone cadessero vittime di tali gesta, non s'è mai certificato. (DO 30)
Secoli XVI e XVII. Truppe inglesi "pacificano e civilizzano" l'Irlanda. Colà vivevano solo dei "selvaggi gaelici", "animali irragionevoli senza alcuna idea di dio o di buone maniere, che addirittura dividevano in comunità di beni il loro bestiame, le loro donne, bambini e altri averi." - Uno dei più importanti condottieri, certo Humphrey Gilbert, fratellastro di Sir Walter Raleigh, fece "staccare dai corpi le teste di tutti quelli (chiunque fossero) che erano stati uccisi quel giorno, facendoli spargere dappertutto lungo la strada." - Questo tentativo di civilizzare gli Irlandesi causò poi effettivamente "grande sgomento nel popolo, quando videro sparse sul terreno le teste dei loro padri, fratelli, bambini, parenti e amici" ("greate terrour to the people when they sawe the heddes of their dedde fathers, brothers, children, kinsfolke, and freinds on the grounde.")
Decine di migliaia di Irlandesi gaelici caddero vittime di quel bagno di sangue. (SH, 99, 225)

Crociate (1095-1291)
L'anno 1095, per ordine del papa Urbano II, ha inizio la Prima Crociata. (WW 11-41)
Tra il 12.6.1096 e il 24.6.1096, nelle stragi avvenute in Ungheria, presso Wieselburg e Semlin, perdono la vita migliaia di persone (tutti cristiani, ivi comprese le schiere crociate). (WW 23)
Dal 9.9. al 16.9.1096, durante l'assedio della città residenziale turca Nikaia, cavalieri francesi cristiani massacrano migliaia di abitanti, facendo a pezzi e bruciando vivi vecchi e bambini. (WW 25-27)
A consimili azioni belliche partecipano, il 26.9.1096, durante la conquista della fortezza di Xerigordon, cavalieri crociati tedeschi.
In complesso, fino al gennaio 1098, vengono espugnate e saccheggiate 40 capitali e 200 fortezze. Non si conosce il numero delle vittime. ( WW 30)
Il 3 giugno 1098 le armate crociate conquistano Antiochia. In quell'assedio vengono uccisi tra 10.000 e 60.000 musulmani. Dalla cronaca di Raimondo di Aguilers, cappellano di campo del conte di Tolosa, si legge: "Sulle piazze si accumulano i cadaveri a tal punto che, per il tremendo fetore, nessuno poteva resistere a restare: non v'era nessuna via, in città, che fosse sgombra di corpi in decomposizione." (WW 33)
Il 28 giugno 1098 furono ammazzati altri centomila turchi musulmani, donne e bambini compresi. Negli accampamenti turchi - narra il cronista cristiano - i crociati trovarono non solamente ricco bottino, tra cui "moltissini libri in cui erano descritti con esecrandi segni i riti blasfemi di turchi e saraceni", ma bensì anche "donne, bambini, lattanti, parte dei quali trafissero subito, e parte schiacciarono sotto gli zoccoli dei loro cavalli, riempiendo i campi di cadaveri orribilmente lacerati." Proprio come il loro Dio comandava! (WW 33-35)
Il 12 dicembre 1098, nella conquista della città di Marra (Maraat an-numan), furono ammazzate altre migliaia di "infedeli". A causa della carestia che ne seguì, "i corpi già maleodoranti dei nemici vennero mangiati dalle schiere cristiane", come testimonia il cronista cristiano Albert Aquensis. (WW 36)
Finalmente, il 15 luglio 1098, venne espugnata Gerusalemme, dove vennero ammazzati più di 60.000 persone, tra ebrei e musulamni, uomini donne e bambini. (WW 37-40)
Da una testimonianza oculare: "e là [davanti al tempio di Salomone ] si svolse una tale mischia cruenta che i cristiani si trascinavano nel sangue dei nemici fino alle nocche dei piedi", tanto che Albert scrive: "Le donne, che avevano cercato scampo negli edifici alti e nei palazzi turriti, furono buttate giù a fil di spada; i bambini, anche i neonati, li tiravano a pedate dal petto delle madri, o li strappavano dalle culle, per poi sbatterli contri i muri o le soglie." (WW 38)
L'arcivescovo Guglielmo di Tiro aggiunge: "Felici, piangenti per l'immensa gioia, i nostri si radunarono quindi dinanzi alla tomba del nostro salvatore Gesù, per rendergli omaggio e offrirgli il loro ringraziamento ... E non fu soltanto lo spettacolo dei cadaveri smembrati, sfigurati, irriconoscibili, a lasciar sbigottito l'osservatore; in realtà, incuteva sgomento anche l'immagine stessa dei vincitori, grondanti di sangue dalla testa ai piedi, sicché l'orrore s'impadroniva di tutti quelli che li incontravano." (WW 39-40, TG 79)
Il cronista cristiano Eckehard di Aura testimonia che, ancora durante l'estate successiva dell'anno 1100, "in tutta la Palestina l'aria era appestata del lezzo dei cadaveri. Di stragi siffatte nessuno aveva mai visto o udito l'uguale tra i pagani..."
Alla resa dei conti, la Prima Crociata era costata la vita ad oltre un milione di persone: "Grazie e lode a Dio!" (WW 41)
Nella battaglia di Ascalon, il 12 agosto 1099, vennero abbattuti 200.000 infedeli "in nome del nostro Signore Gesù Cristo". (WW 45)
Quarta Crociata: il 12 aprile 1204, i crociati mettono a sacco la città (cristiana!) di Costantinopoli. Il numero delle vittime non è stato tramandato. (WW 141-148)
Le restanti crociate in cifre: fino alla caduta di Akkon (1291) si stimano 20 milioni di vittime (solo nella Terrasanta e nelle regioni arabo-turche). (WW 224)

Notabene: Tutti i dati sono secondo i cronisti di parte cristiana.

Eretici e atei
Già nell'anno 385 i primi cristiani vengono giustiziati quali eretici per mano di altri cristiani: così lo spagnolo Priscilliano, insieme con sei dei suoi seguaci, decapitati a Treviri. (DO 26)
Eresia manichea. Tra il 372 e il 444 i Manichei - una setta quasi cristiana, presso i quali si praticava il controllo delle nascite, e che perciò mostravano più senso di responsabilità dei devoti cattolici - vennero totalmente annientati nel corso di diverse grandi campagne sferrate contro di loro in tutto l'Impero romano. Molte migliaia le vittime. (NC)
Nel secolo XIII, gli Albigesi cadono vittime della prima crociata proclamata contro altri cristiani. (DO 29) Questi, noti anche col nome di Catari, si consideravano buoni cristiani, ma non riconoscevano né il papa né il divieto romano-cattolico delle tecniche anticoncezionali, rifiutandosi inoltre di pagare le tasse chiesastiche (NC) Nel 1208, per ordine del papa Innocenzo III - il massimo genocida prima di Hitler - incominciò la crociata contro gli eretici albigesi. La città di Beziérs (nel sud della Francia) venne rasa al suolo il 22 luglio 1209, tutti gli abitanti massacrati, compresi i cattolici, che avevano rifiutato l'estradizione degli eretici. Il numero dei morti viene stimato tra 20.000 e 70.000. (WW 179-181)
Nella stessa crociata, dopo la presa di Carcassonne (15 agosto 1209), caddero ancora migliaia di ribelli, e la stessa sorte toccò a molte altre città. (WW 181)
Nei successivi vent'anni di guerra, tutta la regione fu devastata, quasi tutti i Catari (quasi la metà della popolazione della Linguadoca, nella Francia meridionale) vennero sconfitti, lapidati, annegati, messi al rogo. (WW 183)
Finita la crociata contro gli Albigesi (1229), venne istituita la Santa Inquisizione (1232) al fine di stanare dai loro nascondigli gli eretici sopravvissuti, e di annientarli. L'ultimo dei Catari, Guillaume de Belibaste, fu dato alle fiamme del rogo nel 1324. (WW 183, LM)
Solo tra i Catari, la stima delle vittime si aggira intorno al milione. (WW 183)
Altri gruppi di eretici: Valdesi, Pauliciani, Runcarii o Poveri Lombardi, Giuseppini, e molti altri. La maggior parte di queste sette vennero sgominate; un certo numero di Valdesi esiste tuttora, sebbene siano stati perseguitati per oltre 600 anni. Secondo le mie stime, diverse centinaia di migliaia di vittime non sono calcolate in eccesso (comprese le vittime dell'Inquisizione spagnola, ma escludendo quelle del Nuovo Mondo).
Nel XV secolo, l'inquisitore spagnolo Tomas de Torquemada condanna personalmente a morte sul rogo 10.220 sospettati di eresia. ( DO 28, DZ)
Il predicatore e teologo boemo Jan Hus, per aver criticato il commercio delle indulgenze, viene bruciato nel 1415 a Praga. (LI 475-522)
Nel 1538, a Vienna, il professore universitario B.Hubmaier viene pubblicamente condannato al rogo. ( DO 59)
Il 17 febbraio 1600, dopo una settennale prigionia , il filosofo Giordano Bruno, monaco domenicano processato per eresia, viene bruciato vivo sul rogo eretto in Campo dei Fiori a Roma.
Verso la metà del Seicento, l'ateo Thomas Aikenhead, studente scozzese appena ventenne, viene impiccato per volontà del clero. (HA)

Streghe
Dai primi tempi del cristianesimo fino al 1484 invalse la consuetudine di mandare a morte persone, perlopiù donne, che si credevano dotate di poteri soprannaturali, malefici e stregonici.
Nell'era vera e propria dei processi per stregoneria, dal 1484 al 1750, molte centinaia di migliaia di sospetti o colpevoli di pratiche stregoniche - secondo le stime degli storici - furono condannati a morte sul rogo o in seguito alle torture; percentualmente, i quattro quinti di essi erano donne. (WV)
Un elenco (naturalmente incompleto) di queste vittime, conosciute spesso anche per nome, si trova nell'opera The Burning of Witches - A Chronicle of the Burning Times.

Guerre di religione e Riforma
Secolo XV: guerre crociate contro gli Hussiti, costate la vita a migliaia di seguaci. (DO 30)
Nel 1538 papa Paolo III indice una crociata contro l'Inghilterra, sganciatasi con lo scisma dall'ubbidienza a Roma, dichiarando tutti gli Inglesi schiavi di Roma. Per fortuna, l'impresa fallisce sul nascere. (DO 31)
1568: il tribunale spagnolo dell'Inquisizione decreta l'eliminazione di tre milioni di Olandesi ribelli nei Paesi Bassi, allora sotto il dominio spagnolo. Per cominciare, 5000, o forse 6000 protestanti vennero annegati dalle truppe spagnole della cattolicissima Spagna: "un disastro, di cui i cittadini di Emden vennero a conoscenza quando diverse migliaia di cappelli olandesi a larghe tese scesero galleggiando lungo il fiume." ( DO31, SH 213)
1572: a Parigi, e in altre città francesi, 20.000 protestanti Ugonotti vengono assassinati per ordine del papa Pio V, nell'offensiva nota come notte di S.Bartolomeo. Fino alla metà del secolo successivo, oltre 200.000 profughi Ugonotti dovranno lasciare la Francia. (DO 31)
1574: i cattolici sopprimono il condottiero dei protestanti Gaspard de Coligny. Dopo l'uccisione, la plebaglia ne squarta il cadavere: "gli troncarono la testa, le mani, i genitali (...) gettandoli nel fiume (...) ma poi non gli sembrò neppure degno che diventasse pasto per i pesci, per cui li ritirarono fuori e li portarono sul patibolo di Mantfaucon affinché là servissero da alimento per corvi ed uccelli." (SH 191)
Guerra dei Trent'anni: nel 1631, la città protestante di Magdeburgo viene saccheggiata e rasa al suolo da truppe cattoliche, che massacrano 30.000 protestanti, metà della popolazione. Scrive il poeta e storico tedesco Friedrich Schiller: "In una sola chiesa si trovarono 50 donne decapitate e bambini che ancora succhiavano il latte dal petto delle loro madri senza vita." (SH 191)
1618-1648: la guerra dei Trent'anni, spaccando l'Europa tra cristiani protestanti e cattolici, decima il 40% delle popolazioni, soprattutto in Germania. (DO 31.32)

Ebrei
Già nel IV e V secolo le plebi cristiane sono eccitate ad incendiare le sinagoghe ebraiche.
A metà del IV secolo venne distrutta la prima sinagoga per ordine del vescovo Innocenzo di Dertona, nel nord Italia. La prima sinagoga ad esser incendiata nel 388, per ordine del vescovo di Kallinikon, sorgeva in Persia, presso l'Eufrate. (DA 450)
Il concilio di Toledo decreta nel 694 la riduzione degli Ebrei in schiavitù, ordina la confisca dei loro averi e il battesimo coatto dei loro bambini. (DA 454)
Nell'anno 1010 il vescovo di Limoges fece espellere o sopprimere gli ebrei della città che non volevano convertirsi al cristianesimo. (DA 453)
1096: all'inizio della prima Crociata furono uccisi in Europa migliaia di Ebrei, complessivamente forse 12.000. Le città più colpite furono Worms (18.5.1096), Magonza il 27.5. (dove furono trucidati 1100 ebrei), Colonia, Neuss, Wevelinghoven, Xanten, Moers, Dortmund, Kerpen, Treviri, Metz, Ratisbona, Praga. (EJ)
Parimenti, all'inizio della seconda Crociata (1147), nei centri francesi di Ham, Sully, Carentan, e Rameru, si uccisero diverse centinaia di ebrei. (WW 57)
In occasione della terza Crociata (1189-90) avviene il saccheggio delle comunità ebraiche stabilitesi in Inghilterra. (DO 40)
1235: uccisione pubblica di 34 cittadini ebraici. (DO 41)
1257 e 1267: eliminazione della comunità ebraiche di Londra, Canterbury, Northampton, Lincoln, Cambridge e altre città, con numero imprecisato di vittime. ( DO 41)
1290: è rimasta memoria, nelle cronache coeve, di 10.000 ebrei espulsi o uccisi in Boemia. (DO 41)
1337: aizzato da una strage compiuta a Deggendorf, in Baviera, l'isterismo antisemita si estende in pogrom effettuati in 51 città bavaresi, nonché in Austria e in Polonia. (DO 41)
1348: si bruciano sul rogo gli ebrei di Basilea e di Strasburgo, complessivamente 2000 persone (DO 41)
1349: in oltre 350 città della Germania vengono soppressi tutti gli Ebrei, perlopiù bruciati vivi. Qui, in questo solo anno, vennero trucidati dai cristiani più Ebrei di quante erano state, per duecento anni di persecuzioni anticristiane (il sangue dei martiri!), le vittime conclamate della Roma imperiale. (DO 42)
1389: vengono macellati a Praga 3.000 cittadini di fede ebraica. (DO 42)
1391: a Siviglia e in Andalusia, sotto la guida dell'arcivescovo Martinez, vengono soppressi circa 4000 ebrei. Mentre altri 25.000 vengono venduti come schiavi. (DA 454)
Costoro si potevano riconoscere facilmente perché tutti gli ebrei, dall'età di dieci anni,erano stati costretti a portare sull'abito un "segno d'infamia" colorato: era l'origine storica della futura "stella giudaica" dell'era nazista.
1492: nello stesso anno in cui Colombo spiegava le vele per conquistare il Nuovo Mondo, più di 150.000 Ebrei, molti dei quali perirono nell'ostracismo, venivano scacciati dalle città della Spagna.
1648: in Polonia, durante i famigerati "massacri di Chmielnitzki", vengono sterminati circa 200.000 ebrei. (MM 470-476)
A questo punto, mi sento male, perché con questo ritmo si prosegue - secolo dopo secolo - su una linea che porta diritta ai forni crematori di Auschwitz. (DO 43)

Popolazioni indigene
Con Cristoforo Colombo, ex commerciante di schiavi, che avrebbe fatto carriera come milite crociato, ha inizio la conquista del Nuovo Mondo: allo scopo, come sempre, di espandere il cristianesimo e di evangelizzare infedeli.
Poche ore dopo lo sbarco sulla prima isola abitata in cui s'imbatte nel mare dei Caraibi, Colombo fa imprigionare e deportare sei indigeni che, come scrisse "debbono servire da bravi servitori e schiavi (...) e si possono facilmente convertire alla fede cristiana, giacché mi sembra che non abbiano religione alcuna." (SH 200)
Mentre Colombo definisce gli abitanti autoctoni quali "idolatri", esprimendo la volontà di offrirli come schiavi ai cattolici re di Spagna, il suo socio Michele da Cuneo, aristocratico italiano, rappresenta gli aborigeni come "bestie" per il fatto che "mangiano quando hanno fame, e si accoppiano in tutta libertà, dove e quando ne hanno voglia." (SH 204-205)
Su ogni isola su cui mette piede Colombo traccia una croce sul terreno e "dà lettura della rituale dichiarazione ufficiale" (il cosiddetto Requerimiento) al fine di prender possesso del territorio da parte della Spagna, nel nome dei suoi Cattolici Signori. Contro di che "nessuno aveva da obiettare". Qualora gli Indios negassero il loro assenso (soprattutto perché non comprendevano semplicemente una parola di spagnolo), il Requerimiento recitava così:

"Con ciò garantisco e giuro che, con l'aiuto di Dio e con la nostra forza, penetreremo nella vostra terra e condurremo guerra contro di voi (...) per sottomettervi al giogo e al potere della Santa Chiesa (...) infliggendovi ogni danno possibile e di cui siamo capaci, come si conviene a vassalli ostinati e ribelli che non riconoscono il loro Signore e non vogliono ubbidire, bensì a lui contrapporsi." (SH 66)

Di analogo tenore erano le parole di John Winthrop, primo governatore della Bay Colony del Massachusset: "justifieinge the undertakeres of the intended Plantation in New England (...) to carry the Gospell into those parts of the world (...) and to raise a Bulworke against the kingdome of the Ante-Christ." (SH 235) [giustificando l'impresa della costituenda fondazione della Nuova Inghilterra, di portare il vangelo in queste parti del mondo, e di edificare un bastione contro il regno dell'Anticristo.]
Intanto, prima ancora che si venisse alle armi, due terzi della popolazione indigena cadeva vittima del vaiolo importato dagli Europei. Il che era interpretato dai cristiani, manco a dirlo, come "un segno prodigioso dell'incommensurabile bontà e provvidenza di Dio!"
Così, ad esempio, scriveva nel 1634 il governatore del Massachusset: "Quanto agli indigeni, sono morti quasi tutti contagiati dal vaiolo, e per tal modo il SIGNORE ha confermato il nostro diritto ai nostri possedimenti." (SH 109, 238)
Sulla sola isola di Hispaniola, dopo le prime visite di Colombo, gli indigeni Arawak - un popolo inerme e relativamete felice che viveva delle risorse del loro piccolo paradiso - lamentarono presto la perdita di 50.000 vite. ( SH 204)
In pochi decenni, gli Indios sopravvissuti caddero vittime di assalti, stragi, strupri e riduzione in schiavitù da parte degli Spagnoli.
Dalla cronaca d'un testimone oculare: "Furono uccisi tanti indigeni da non potersi contare. Dappertutto, sparsi per la regione, si vedevano innumerevoli cadaveri di indiani. Il fetore era penetrante e pestilenziale." ( SH 69)
Il capo indiano Hatuey riuscì a fuggire col suo popolo, ma fu catturato e bruciato vivo. "Quando lo legarono al patibolo, un frate francescano lo pregò insistentemente di aprire il suo cuore a Gesù affinché la sua anima potesse salire in cielo anziché precipitare nella perdizione. Hatuey ribatté che se il il cielo è il luogo riservato ai cristiani, lui preferiva di gran lunga l'inferno." ( SH 70)
Ciò che accadde poi al suo popolo, ci è descritto da un testimone oculare: "Agli spagnoli piacque di escogitare ogni sorta di inaudite atrocità...Costruirono pure larghe forche, in modo tale che i piedi toccavano appena il terreno (per prevenire il soffocamento), e appesero - ad onore del redentore e dei 12 apostoli - ad ognuna di esse gruppi di tredici indigeni, mettendovi sotto legna e braci e bruciandoli vivi." ( SH 72, DO 211)
In analoghe occasioni si inventarono altre piacevolezze: "Gli spagnoli staccavano ad uno il braccio, ad altri una gamba o una coscia, per troncare di colpo la testa a qualcuno, non diversamente da un macellaio che squarta le pecore per il mercato. Seicento persone, ivi compresi i cacicchi, vennero così squartate come bestie feroci ... Vasco de Balboa ne fece sbranare poi quaranta dai cani." ( SH 83)
"La popolazione dell'isola, stimata di circa otto milioni all'arrivo di Colombo, era scemata già della metà o di due terzi, ancor prima che finisse l'anno 1496." Finalmente, dopo che gli abitanti dell'isola furono quasi sterminati, gli Spagnoli si videro "costretti" ad importare i loro schiavi da altre isole dei Caraibi, ai quali toccò peraltro la medesima sorte. In tal modo "milioni di autoctoni della regione caraibica vennero effettivamente liquidati in meno d'un quarto di secolo." (SH 72-73)
"Così, in un tempo minore della durata normale d'una esistenza umana, fu annientata un'intera civiltà di milioni di persone che per migliaia di anni erano stanziate nella loro terra." (SH 75)"
Subito dopo, gli Spagnoli rivolsero la loro attenzione alla terraferma del Messico e dell'America centrale. Le stragi erano appena cominciate. Di lì a poco sarà la volta della nobile città di Tenochttitlàn (l'odierna Mexico City)." ( SH 75)
Herando Cortez, Francisco Pizarro, Hernando De Soto, e centinaia di altri Conquistadores spagnoli saccheggiarono e annientarono - in nome del loro Signor Gesù Cristo - molte grandi civiltà dell'America centrale e meridionale. (DeSoto saccheggiò inoltre la Florida, regione "fiorente".)
"Mentre il secolo XVI volgeva al termine, quasi 200.000 spagnoli si erano stabiliti nel Nuovo Mondo. In questo periodo, in conseguenza dell'invasione, si stima che avessero già perso la vita oltre 60 milioni di indigeni." (SH 95)
Va da sé che i primi colonizzatori dei territori dei moderni Stati Uniti d'America non si comportarono meglio dei conquistadores.
Benché, senza l'aiuto degli Indiani, nessuno dei colonizzatori sarebbe stato in grado di sopravvivere ai rigori invernali, questi cominciarono presto a scacciare e a sterminare le tribù indiane.
La guerra degli indiani nordamericani tra di loro era, in prtoporzione, un fenomeno irrilevante, paragonato con le consutidini europee, e serviva piuttosto a riequilibrare le offese, ma in nessun caso alla conquista del territorio. Tanto che se ne stupivano i padri pellegrini cristiani: "Le loro guerre non sono neanche lontanamente cos' crutrente ("Their Warres are farre less bloudy"), ragion per cui non succedeva "da nessuna delle parti un grande macello" ("no great slawter of nether side".) In realtà, poteva ben accadere "che guerreggiassero per sette anni senza che vi perdessero le vita sette uomini" (they might fight seven yeares and not kill seven men.) Tra gli Indiani, inoltre, era consuetudine risparmiare le donne e i bambini dell'avversario. (SH 111)
Nella primavera 1612 , alcuni coloni inglesi trovarono così attraente la vita dei liberi ed affabili indios, al punto da abbandonare Jamestown per vivere presso costoro (con che si ovviò presumibilmente, tra l'altro, ad un'emergenza sessuale). Senonché il governatore Thomas Dale li fece stanare e giustiziare: "Alcuni li fece iumpiccare, altri bruciare, altri torcere sulla ruota, mentre altri furoono inflizati sullo spiedo, ed alcuni fucilati." (SH 105)
Tali eleganti provvedimenti restarono ovviamente riservati agli inglesi; questa era la procedura con quelli che si comportavano come gli indiani; ma per qurlli che non avevano scelta , proprio perché costituivano la sovrappopolazione della Virginia, si faceva senz'altro tabula rasa:

"quando un indio era accusato da un inglesedi aver rubato una tazza, e non la restituiva, la reazione inglese era subito violenta: si attaccavano gli Indiani dando alle fiamme l'intero villaggio." ( SH 106)

Sul territorio dell'odierno Massachussett i padri pellegrini delle colonie perpetrarono un genocidio, entrato nella storia come "guerra dei Pequots". Autori dei massacri erano quei cristiani puritani della Nuova Inghilterra, scampati essi stessi alla persecuzione religiosa in atto nella loro vecchia Inghilterra.
Allorché fu trovata la salma d'un inglese, ucciso probabilmente da guerrieri Narragansett, i puritani gridarono vendetta. Sebbene il capo dei Narragansett implorasse pietà, i cristiani passarono all'attacco. Forse dimentichi del loro obiettivo, essendo stati salutati da alcuni Pequot, a loro volta belligeranti coi Narragansett, avvenne che i puritani attaccarono i Pequots, distruggendo i loro villaggi.
Il comandante dei puritani, John Mason, scrisse dopo un massacro: "Per la verità, l'Onnipotente incusse tale terrore sulle loro anime, che fuggirono davanti a noi buttandosi tra le fiamme, dove molti perirono...Dio aleggiava sopra di loro e sbeffeggiava i suoi nemici, i nemici del suo popolo, facendone dei tizzoni ardenti... Così il SIGNORE castigò i pagani, allineandone le salme: uomini, donne e bambini." (SH 113-114)
"Così piacque al SIGNORE di dare un calcio nel sedere ai nostri nemici, dando in retaggio a noi la loro terra ("The LORD was pleased to smite our Enemies in the hinder Parts, and to give us their land for an inheritance." ( SH 111)
Siccome Mason poteva ben immaginare che i suoi lettori conoscessero la loro bibbia, non aveva bisogno di citare i versetti qui citati:

"Delle città di questi popoli, che il Signore tuo Dio ti dà in retaggio, non devi lasciare in vita nulla di quanto respira. Ma dovrai invece destinarle alal distruzione, così come il Signore tuo Dio ti ha dato per dovere cfr..." (Mosé V, 20)

Il suo compare Underhillci ricorda quanto fosse "impressionante e angosciante lo settacolo sanguinoso per i giovani soldati ("how grat and doleful was the bllody sight to the view of the young soldiers"), però, assicura i suoi lettori, "talvolta la Sacra Scrittura decreta che donne ebambini debbano perire coi loro genitori." (sometimes the Scripture declareth women and children must perish with their parents) (SH 114)
Molti indios caddero vittime di campagne di avvelenamento. I coloni addestravano persino dei cani al compito speciale di stanare gli Indiani, strappando i piccoli dalle braccia delle madri e sbranandoli. Per dirla con le loro stesse parole: "cani feroci per dar loro la caccia e mastini inglesi per l'attacco" (blood Hounds to draw after them, and Mastives to seaze them.) In questo, i puritani si lasciarono ispirare dai metodi dei loro contemporanei spagnoli. E così continuò, finché i Pequot furono pressoché sterminati. (SH 107-119)
Altre tribù indiane patirono la stessa sorte. Così commentavano i devoti sterminatori: "E' il volere di Dio, che alla fin fine ci dà ragione di esclamare 'Quant'è grandiosa la sua bontà! E quant'è splendida la sua gloria!'" (God's Will, wich will at last give us cause to say: How Grat is His Goodness! And How Great is his Beauty!) E ancora: "Fino a che il nostro Signore Gesù li piegò ad inchinarsi davanti a lui e a leccare la polvere!" (Thus doth the Lord Jesus make them to bow before him, and to lick the Dust!) ( TA)
Come ancora oggi, così per i cristiani di allora era ben accetta la menzogna per la maggior gloria di dio, o quantomeno per il proprio vantaggio di fronte ai diversamente credenti: "I trattati di pace venivano firmati già col proposito di violarli. Talché il Consiglio di stato della Virginia dichiarava che se gli Indiani 'sono tranquillizzati dopo la stipula del trattato, noi abbiamo non soltanto il vantaggio di prenderli di sorpresa, ma anche di mietere il loro mais." (when the Indians grow secure uppon the Treatie, we shall have the better Advantage both the surprise them, & cutt downe theire Corne.) (SH 106)
Anno 1624: una sessantina di inglesi, forniti di armi pesanti, fanno a pezzi 800 inermi uomini donne e bambini indios. (SH 107)
1675-76: durante la guerra detta "di re Filippo", in una sola azione di rappresaglia, sono uccisi "circa 600 indiani. L'autorevole pastore della seconda Chiesa di Boston, Cotton Mather, definirà più tardi il massacro come 'grigliata per arrosti'". (barbeque) (SH 115)
In sintesi: nel New Hampshire e nel Vermont, prima dell'arrivo degli inglesi, la popolazione degli Abenaki contava 12.000 persone. Neanche cinquant'anni dopo ne erano rimaste in vita solo 250: una decimazione del 98 percento.
Il popolo dei Pocumtuck ammontava a 18.000; due generazioni più tardi il loro numero era sceso a 920.
Il popolo dei Quiripi-Unquachog era di 30.000; dopo ugual periodo ne sopravvivevano1500, un vero genocidio; la popolazione del Massachusset comprendeva almeno 44.000 persone, di cui, cinquant'anni dopo, erano sopravvissuti appena 6000. (SH 118)
Questi sono solo alcuni esempi delle tribù che vivevano nell'America del Nord prima che vi approdassero i cristiani. E tutto ciò accadeva prima che scoppiasse la grande epidemia di vaiolo degli anni 1677 e 1678. Anche il bagno di sangue era appena agli inizi.
E tutto fu solo il principio della colonizzazione da parte degli Europei, cioè prima dell'epoca vera e propria del cosiddetto "selvaggio" Far West.
Tra il 1500 e il 1900, è probabile che, complessivamente, abbiano perduto la vita - nelle sole Americhe - più di 150 milioni di nativi: in media, circa due terzi a causa del vaiolo e di altre epidemie importate dagli Europei (e qui non dev'esser passato sotto silenzio il fatto che, a partire dal 1750 circa, le tribù autoctone venivano contagiate anche di proposito per mezzo di doni artificialmente infettati). Restano pertanto ancora 50 milioni la cui morte si fa risalire direttamente ad atti di violenza, a trattamenti disumani o alla schiavitù.
E in alcuni paesi, come ad esempio Brasile e Guatemala, questa decimazione prosegue fino ai nostri giorni: a fuoco lento, per così dire.

Ulteriori gloriose tappe della storia degli Stati Uniti d'America
Nel 1703, il pastore Salomon Stoddard, una delle più prestigiose autorità religiose della Nuova Inghilterra, fece formale richiesta al Governatore del Massacgusset perché mettesse ai diposizione dei colonizzatori le risorse finanziazrie per "acquistare grandi mute di cani e per poterle addestrare a cacciare gli Indiani alla stessa stregua degli orsi." (SH 241)

29 novembre 1864: massacro di Sand Creek, nel Colorado. Il colonnello John Chivington, ex predicatore metodista e politico regionale ("non vedo l'ora di nuotare nel sangue nemico") fa passare per le armi un villaggio dei Cheyenne con circa 600 abitanti - quasi solo donne e bambini -, benché il capo indiano agitasse bandiera bianca. Bilancio: da 400 a 500 vittime.
Ne riferisce un testimonio oculare: "C'era un gruppo di trenta o quaranta Squaw, acquattati in un buco per proteggersi, i quali mandarono fuori una bambina, di circa sei anni, con un panno bianco in segno di resa. Ebbe il tempo di fare solo pochi passi, quando venne colpita e abbattuta. In quella trincea, più tardi, tutte le donne furono uccise." (SH 131)

1860: il religioso Rufus Anderson commenta il bagno di sangue che fino allora aveva decimato, per il 90 percento almeno, la popolazione autoctona delle isole Hawaii. "In ciò costui non vedeva nulla di tragico: tutto sommato, la prevedibile, totale estinzione della popolazione indigena delle Hawaii era un fatto del tutto naturale - diceva il missionario - paragonabile suppergiù 'con l'amputazione delle membra malate da un organismo'." (SH 244)

Atrocità delle Chiese nel XX secolo

Campi di annientamento cattolici

E' sorprendente come pochi sappiano che in Europa, negli anni della seconda Guerra Mondiale, non c'erano solamente i campi di concentramento nazisti.

In Croazia, negli 1942-43, v'erano numerosi campi di sterminio, organizzati dai cattolici ustascia agli ordini del dittatore Ante Pavelic, un cattolico praticante ricevuto regolarmente dall'allora papa Pio XII. Vi erano persino campi di concentramento speciali per bambini!
Nei campi croati venivano soppressi soprattutto serbi cristiano-ortodossi, ma anche un cospicuo numero di ebrei. Il più famigerato era il lager di Jasenovac; il suo comandante fu per un certo tempo un certo Miroslav Filipovic, un frate francescano temuto con l'appellativo di "Bruder Tod" (sorella morte). Qui, al pari dei nazisti, gli ustascia cattolici bruciavano le loro vittime nei forni, ma vivi, diversamente dai nazisti che prima avevano almeno ucciso le prede col gas. In Croazia, però, la maggior parte delle vittime veniva semplicemente soppressa, impiccata o fucilata. I loro numero complessivo è stimato fra i trecentomila e i 600.000; e questo in un paese relativamente piccolo. - Molti uccisori erano monaci francescani, armati allora con mitragliatrici. Queste nefandezze perpetrate dai Croati era talmente spaventose, che persino alcuni ufficiali della sicurezza delle SS tedesche, in qualità di osservatori degli avvenimenti croati, protestarono direttamente con Hitler (il che lasciò peraltro indifferente il dittatore). Il papa però fu ben informato di queste atrocità, e non fece nulla per impedirle. ( MV)

(Aggiunta dell'Autore: Di fronte ai retroscena di questa storia, i reportages dei massmedia sul più recente conflitto serbo-croato nella regione balcanica, dal 1991 al 1995, ha assunto talvolta aspetti addirittura spettrali, giacché vi ricorrevano nomi di luoghi come Banja Luka, o di fiumi come la Sava, dove occasionalmente si invengono ancora oggi scheletri di persone assassinate mezzo secolo fa.)

Terrore cattolico in Vietnam

Nel 1954 i combattenti per la libertà del Vietnam, i cosiddetti Viet Min, liquidarono finalmente il governo coloniale francese nel Nord Vietnam, che fino allora era stato finanziato con più di due miliardi di dollari dagli USA. Sebbene i vincitori proclamassero libertà religiosa per tutti (la maggioranza dei Vietnamesi non buddisti era cattolica) vaste campagne di propaganda anticomunista spinsero masse di cattolici a fuggire nel sud del paese. Col sostegno della lobby cattolica a Washington , e con l'appoggio del cardinale Spellmann, portavoce del Vaticano nella politica americana - il quale avrebbe in seguito definitio le truppe americane in Vietnam come "truppe di Cristo" - venne progettanto un colpo di Stato per impedire elezioni democratiche nel Sud del Vietnam. Da tali elezioni, probabilmente, anche nel Sud sarebbero usciti vincitori i Viet Min comunisti. Di contro, si elesse alla presidenza del Vietnam meridionale il fanatico cattolico Ngo Dinh Diem. ( MW 16 ff)
Diem fece in modo che gli aiuti dagli USA, viveri e medicinali, risorse tecniche e d'ogni specie andassero a beneficio dei soli cattolici. I buddisti, o i villaggi a maggioranza buddista, vennero ignorati, oppure dovettero pagare per gli aiuti che i cattolici ottenevano invece gratuitamente. Di fatto, l'unica religione ufficialmente riconosciuta era quella romano-cattolica.
L'isteria anticomunistasi scatenò in Vietnam in modo ancor più brutale che nella sua versione americana negli USA, la famosa "caccia alle streghe" dell'era di McCarthy.
Nel 1956, il presidente Diem emise un decreto in cui si diceva:

"Individui che minacciano la difesa nazionale o la sicurezza collettiva possono essere internati dalle autorità in campi di concentramento."

Per contrastare il comunismo, come usava dire, vennero così posti in "custodia cautelativa" migliaia di dimostranti e di monaci buddisti. Per protesta, dozzine di monaci e di maestri buddisti si diedero fuoco pubblicamente

(Notabene: qui i buddisti davano fuoco a se medesimi, laddove i cristiani hanno piuttosto la tendenza ad incenerire il loro prossimo; su questo, vedasi anche l'ultimo capoverso.)

Nel frattempo, diversi campi di prigionia, in cui da tempo ormai languivano anche cristiani protestanti , e persino cattolici - si erano organizzati in autentici campi di sterminio. Si stima che in questo periodo di terrore ( dal 1955 al 1960) restassero ferite nei disordini almeno 24.000 persone, che fossero giustiziati circa 80.000 oppositori; 275.000 furono le persone incarcerate e torturate, mentre circa mezzo milione vennero ristrette in campi di concentramento o di prigionia. (MW 76-89)
Per appoggiare un tale governo, inoltre, nel corso degli anni Sessanta, migliaia di soldati americani dovettero lasciare la loro vita.

Virus catholicus

Il primo luglio 1976 morì la 23enne studentessa di pedagogia Anneliese Michel, lasciandosi morire, nel senso letterale del termine, per fame. Da mesi essa era stata colpita da visioni e apparizioni demoniache; non solo, ma per lunghi mesi due sacerdoti cattolici - con l'autorizzazione ufficiale del vescovo di Würzburg - avevano tormentato la povera ragazza con esorcismi e presunte pratiche antidiaboliche. Quando morì nell'ospedale di Klingenberg, il suo corpo era tutto solcato da cruente ferite. I suoi genitori, entrambi fanatici cattolici, vennero condannati a sei mesi di carcere per omissione di soccorso, specialmente per non aver chiamato alcun medico. Ma neanche un religioso venne indagato e punito per questo. Al contrario! La tomba della sventurata Anneliese Michel è fatto oggetto di pellegrinaggi da parte di fedeli cattolici (ricordiamo che nel Seicento la città di Würzburg era malfamata per le numerosissime esecuzioni di streghe sul rogo.)
Questo caso non è che la punta dell'iceberg di tale diffusa e pericolosa superstizione, e si é risaputo solo in conseguenza del suo tragico esito. ( SP 80)

Massacri in Ruanda

Anno 1994: nel giro di pochi mesi, nel piccolo Stato africano del Ruanda, vengono massacrate diverse centinaia di migliaia di civili. In apparenza, si trattava d'un conflitto tra i gruppi etnici degli Hutu e dei Tutsi (Watussi). Per parecchio tempo, si udirono soltanto delle voci su un coinvolgimento del clero cattolico. Negli organi di stampa cattolici furono pubblicate strane smentite; e questo prima che qualcuno avesse accusato ufficialmente di complicità dei componenti della chiesa cattolica.
Senonché, il 10 ottobre 1996, l'emittente radio S2 - tutt'altro che critica nei riguardi del cristianesimo - reca nel notiziario S2 Aktuell delle ore 12 la seguente notizia:

"Sacerdoti e suore anglicani, ma soprattutto cattolici, sono gravemente accusati di aver preso parte attiva all'assassinio di indigeni. In particolare, il comportamento d'un religioso cattolico ha tenuto desto per mesi l'interesse della pubblica opinione , non solo nella capitale ruandese Kigali. Era parroco nella chiesa della Sacra Famiglia, ed è accusato di aver ucciso dei tutsi nei modi più atroci. Sono rimaste incontestate deposizione di testimoni secondo cui il religioso, col revolver alla cintola, fiancheggiava bande saccheggiatrici di Hutu. Nella sua parrocchia, in effetti, era avvenuto una sanguinosa strage di Tutsi che avevano cercato scampo in quel tempio. Perfino oggi, due anni dopo, vi sono molti cattolici a Kigali che, per la complicità a loro avviso dimostrata d'una parte dei sacerdoti, non mettono più piede nelle chiese della città. Quasi non v'è chiesa nel Ruanda in cui fuggitivi e profughi - donne, bambini, vecchi - non siano stati brutalmente picchiati e massacrati al cospetto della croce. Vi sono testimonianze in base alle quali i religiosi hanno rivelato i nascondigli dei Tutsi, lasciandoli in balìa delle milizie Hutu armate di machete.

Nel frattempo, si son date prove schiaccianti del fatto che, durante il genocidio in Ruanda, anche monache cattoliche si sono macchiate di gravi colpe. In questo contesto, si fa costante menzione di due benedettine, rifugiatesi intanto in un monasterio belga per sottrarsi al corso della giustizia ruandese. Secondo testimonianze concordi di superstiti, una aveva chiamato i sicari hutu, introducendoli da migliaia di tutsi che avevano cercato rifugio nel suo convento. Con la forza, i morituri erano stati cacciati dal chiostro e tosto soppressi in presenza della suora. Anche la seconda benedettina aveva collaborato direttamente con le bande assassine delle milizie hutu; anche di questa suora testimoni oculari affermano che avesse assistito freddamente, senza reagire in alcun modo, a come i nemici venivano macellati. Alle due donne si contesta addirittura (in base a precise testimonianze) di aver fornito ai killer il petrolio con cui le vittime vennero bruciate vive." (S 2)

Questa notizia ha ricevuto un'appendice. Ecco il messaggio della BBC:
Priets get death sentence for Rwandan genocide:
BBC NEWS April 19, 1998
A court in Rwanda has sentenced two Roman Catholic priests to death for theire role in the genocideof 1994, in wich up to a million Tutsis and moderate Hutus were killed. Pope John Paul said the priests must be made to account for their actions. Different sections of the Rwandan church have beeen widely accused of playing an active role in the genocide of 1994...

Come si vede, per il cristianesimo il medioevo non è mai veramente concluso.
La cosa che spaventa più che mai, è, in tutti i casi, che ogni nuova generazione di cristiani nega e contesta i delitti e le nefandezze che la precedente generazione dei suoi correligionari ha commesso in nome della fede cristiana! Oppure, qualora non sia più possibile negare, si limita ad affermare di sfuggita: oh, ma quelli non erano buoni cattolici, non erano veri cristiani! Cristiani belli e buoni sono solamente quelli che amano il prossimo loro, che fanno il bene e vogliono la pace ... eccetera, eccetera.
Come se, parlando di se stessi, queste cose non le affermassero i fedeli di qualsivoglia religione del mondo!


"Ogni qualvolta sento i cristiani parlare di morale, mi sento quasi rivoltare lo stomaco."

Karlheinz Deschner

Fonti bibliografiche
DA : K.Deschner, Abermals krähte der Hahn, Stoccarda 1962.
DO : K.Deschner, Opus Diaboli, Reinbek Amburgo 1987
DZ : Die Zeit, Nr.5, 1998
EC : P.W.Edbury, Crusade and Settlement, Cardiff Univ.Press 1985.
EJ : S.Eidelberg, The Jews and the Crusaders, Madison 1977
HA :Hunter M, Wootton D., Atheism from the Reformation to the Enlightenment,Oxford 92
LI : H.C.Lea, The Inquisition of the Middle Age , New York 1961
LM: E.Le Roy Ladurie, Montaillou. Ein Dorf vor dem Inquisitor 1294-1324, Frankfurt 1982
MM: M.Margolis, A.Marx, A History of the Jewish People.
MV: A.Manhattan, The Vatican's Holocaust, Springfield 1986
V. Dedijer, The Yugoslav Aischwitz and the Vatican, Buffalo NY, 1992
NC: J.T.Noonan, Conception: A History of its Treatment by the Catholic Theologians and Canonists, Cambridge/Mass., 1992
S2 : Notiziario radiofonico di S2 Aktuell, 10 ottobre 1996, h 12
SH : D.Stannard, American Holocaust, Oxford Univ. Press 1992
SP : Settimanale Der Spiegel, Nr.49, 12/2/1996
TA : A True Account of the Most Considerable Occurrences that have Hapned in the Warre Between the English and the Indians in New England, London 1676.
TG : F.Turner, Beyond Geography, New York 1980
WW: H.Wollschläger, Die bewaffneten Wallfahrten gen Jerusalem, (I pellegrinaggi armati contro Gerusalemme) Zurigo 1973. (E' quanto di meglio io abbia letto a proposito do crociate.Contiene una silloge di cronache cristiane del medioevo. Purtroppo non più ristampato.)

WV: Calcoli e stime sul numero delle streghe condannate al rogo:
N.Cohn, Europe's Inner Demons: An Inquiry Inspired by the Grat Witch Hunt,Frogmore 1976, 253.
R.H.Robbins , The Encyclopedia of Witchkraft and Demonology, New York 1959, 180.
J.B.Russell, Witckraft in the Middle Ages, Ithaca/NY 1972, 39.
H.Zwetsloot, Friedrich Spee und die Hexenprozesse, Treviri 1954, 56.


Questo documento, elaborato da testi originali di Karlheinz Deschner e tradotto in italiano da L.Franceschetti, è presente sotto il titolo "Victims of the Christian Faith", in lingua inglese

mercoledì 25 gennaio 2012

LIBRI: LOURDES i dossier sconosciuti

È un po’ preoccupato il tono di Luigi Garlaschelli
nella presentazione di questo volume: «cresce
una voglia di occulto, di irrazionale, di paranormale»,
scrive. Guarda caso, anche i più importanti
santuari cattolici sembrano essere gli unici
a non soffrire della secolarizzazione incalzante.


È dunque opportuno tornare, ancora una volta, a scrivere di ‘miracoli’: anzi, a tentare di analizzare tali fenomeni e il loro manifestarsi, perché se si afferma che certe cose accadono, è giusto e doveroso verificare «se e come» accadono.
Con buona pace di Gould e dei magisteri «non sovrapponibili».
Ed è doveroso farlo anche perché continuamente si affacciano nuove metodologie e nuovi studi che affinano la nostra comprensione delle malattie, e di come si può guarire da esse. Si pensi solo al fatto che la maggioranza dei ‘miracoli’ riconosciuti dalla Chiesa risale a un’epoca in cui non esistevano nemmeno le radiografie.
Non che sia facile, studiare i ‘miracoli’. I fedeli sono pronti a offendersi e a replicare furiosamente, come lo stesso Garlaschelli ha sperimentato di persona in occasione della sua seconda Sindone. Tra l’altro, è stata proprio la datazione al radiocarbonio del tessuto conservato a Torino a rappresentare una sorta di spartiacque in questo genere di ricerche: dopo che gli scienziati scelti dalla diocesi confermarono quanto già si supponeva, e cioè che il telo è di origine medievale,
le gerarchie ecclesiastiche si sono fatte molto più prudenti.
La Chiesa sembra infatti aver rinunciato a cercare il consenso della scienza
e, contemporaneamente, a promuovere la devozione popolare. Ha scelto esplicitamente
quest’ultima. Scordiamoci la possibilità di un esame approfondito del
sangue di san Gennaro: sembra proprio che non lascerà più esaminare materiale
che, in mano a ‘malintenzionati’, potrebbe essere utilizzato contro una
consolidata (e spesso redditizia) tradizione.
Come Nero Wolfe, si è dunque costretti a esaminare i casi a distanza. Questa
volta, il luogo dove si è compiuto il ‘delitto’ è Lourdes, uno dei più noti e
prolungati campi di battaglia tra fede e razionalismo.
Se l’intervento di Piergiorgio Odifreddi funge da pungente introduzione, i
due saggi di Andrea Albini consentono di comprendere i meccanismi e soprattutto
la ‘politica’ perseguita dalla Chiesa cattolica a riguardo delle canonizzazioni,
che richiedono necessariamente il riconoscimento di almeno un miracolo.
Seguono poi diversi articoli che entrano nel merito di numerosi casi di guarigione
considerati «inspiegabili» dalla Chiesa cattolica: e pertanto, attraverso
un salto logico già di per sé errato, «spiegabili» soltanto attribuendo loro un’origine
soprannaturale. La prima traduzione italiana del dossier realizzato nel
1957 dal medico Donald J. West è interessante, ma lo sono ancor di più i saggi
che gli fanno seguito.
Alla fine, il bilancio stilato da Francesco d’Alpa mostra che «i casi miracolosi
immediatamente ‘visibili’, e che meglio riflettono l’immagine classica del miracolo
(come ad esempio nel racconto dei Vangeli), sono pochissimi, tra i più
carenti di prove ed i più vecchi […] poco o nulla documentati».
Inoltre, nei casi incerti i periti di parte scelgono quasi sempre l’ipotesi più
improbabile, tanto che l’iter sembra tendere alla ricerca dell’eccezionalità, anziché
a cercare di constatarla. Si è arrivati addirittura a cambiare le regole: se
fino al 1983 la guarigione, per essere considerata straordinaria, doveva essere
«istantanea», oggi si richiede invece un recupero più rapido rispetto ai tempi
medi di recupero per patologie analoghe. E tuttavia il numero dei ‘miracoli’ cala
costantemente nel tempo: quasi a confermare, come nota Garlaschelli, «che se
i controlli e le verifiche sono prossimi a zero, l’intensità dei fenomeni sembra
salire verso il cento per cento. Ma quando i controlli salgono verso il cento per
cento, i fenomeni si riducono allo zero».
Se Anatole France, ai tempi della Lourdesmania di fine ‘800, poteva sornionamente
riscontrare che vi si vedevano «tante stampelle, ma nessuna gamba
di legno», ora è lo stesso ex direttore del Bureau Medical, Patrick Theillier, a
sostenere che «non si è mai visto un soggetto Down guarire a Lourdes».
Sono considerazioni che non hanno intaccato e non intaccheranno la fede
(o meglio, il bisogno di credere) dei più assidui frequentatori di Lourdes. Ma nei
confronti della cosiddetta ‘zona grigia’ si può e si deve continuare e affinare un
meritorio lavoro di controinformazione.
Specialmente in un paese, quale è il nostro, in cui il paranormale (religioso
e non) dispone di spazi mediatici incomparabilmente più estesi del pensiero razionalista.

Raffaele Carcano

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lunedì 23 gennaio 2012

PERLE DI INTOLLERANZA

che si commentano da sole

a cura di Mauro Polacco

Benedetto XVI°
“Omosessualità mai giustificabile: è contro la natura".
Anche se ammette ritardi e coperture nella gestione
del caso di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di
Cristo, pedofilo, tossicomane e padre di diversi figli illegittimi.
“Le creature sono differenti le une dalle altre e
possono essere protette, o, al contrario, messe in pericolo,
in modi diversi, come ci mostra l’esperienza quotidiana.
Uno di tali attacchi proviene da leggi o progetti,
che, in nome della lotta contro la discriminazione,
colpiscono il fondamento biologico della differenza fra i
sessi.”

Padre Cipriano de Meo, noto esorcista cappuccino:
“Un comportamento a dire poco orrendo, e comunque satanico, è l'omosessualità.
In questo caso, siamo ad una pratica che va contro natura e se non
ci pentiamo, siamo potenzialmente destinatari della perdizione e della condanna,
della esclusione dal Regno dei Cieli. E questo lo dice San Paolo e il Catechi -
smo".

Monsignor Ennio Appignanesi, arcivescovo emerito di Potenza:
“La omosessualità è oggettivamente contro natura, gay o si nasce, ed allora
è una malattia, un difetto di fabbricazione, o si diventa per vizio". Precisa:
"le relazioni omosessuali, comunque le si guardi, sono un abuso innaturale, un
violentare le cose, e bisogna dire che questi atti, fanno ribrezzo, la vita gay è
ripugnante se non la si accetta con la santa rassegnazione e la castità necessaria.
La Chiesa non discrimina affatto l'omosessuale che va trattato con delicatezza
e pace” (ma se ha appena detto che sono ripugnanti e difettosi...ndr).
“Credo che questa storia dell'orgoglio gay, di chi in modo arrogante vuole
fare la sfilata a Roma, capitale del cristianesimo, sia una cosa sporca e ripugnante.
Non è pensabile fare passare per normale una cosa che è contro natura".

Padre Gabriele Amorth:
“Qualsiasi unione, etero o gay, non suggellata dal matrimonio, si considera
peccaminosa e dunque esclude dalla comunione".

Mons. Odo Fusi Pecci, arcivescovo emerito di Senigallia:
“I tre nemici della Chiesa oggi sono la massoneria (...). Anche gli ebrei negano
Cristo, che per loro mai è venuto davvero al mondo, ed infine i gay, che
con la loro cultura e le loro tesi contro natura, offendono Cristo".

Monsignor Serafino Sprovieri, arcivescovo emerito di Benevento:
“L'omosessualità, quando sconfina in atti o peggio ancora ostentazione, è
sbagliatissima. Se i gay si accontentano e sorridono di questa condizione, bene
per loro. Anche i camorristi, dopo aver commesso le loro cattive azioni, si autocelebrano
e festeggiano. La condizione gay è negativa. Dovrebbero fare
come Adamo nel Paradiso terrestre, provare vergogna. Quando Adamo viene
scoperto nudo, si nasconde all'occhio di Dio. Sa che ha commesso il male e ne
prova ripugnanza, stessa cosa che un gay dovrebbe fare. Ma la cultura relativista
del tempo, ammette anche questo".

Mons. Paolo Rigon, vicario giudiziale del tribunale ecclesiastico ligure:
“Non si nasce omosessuali, la nascita dell’omosessuale è rarissima, nel
senso di disfunzione ormonale o fisica. Quindi, dal momento che l’omosessualità
è indotta, bisogna prenderla dall’inizio, perché così si può superare, attraverso
la psicoterapia”.

Carlo di Pietro, membro attivo della Milizia di San Michele Arcangelo:
(parlando del Gay Pride):
“(...)perché invece di favorire queste schifezze nella Capitale (…). Vergogna
signora e dico signora (minuscolo) Polverini... invece di vantarsi di avere
amici gay (...), visto che appoggia in maniera così spudorata iniziative tanto
diaboliche???

Mons. Giacomo Babini:
“Mussolini fu un dittatore, ma va anche detto che Mussolini non fu il male
assoluto e fece anche cosa buone e va rivalutato. Molto meglio lui che un Vendola
attuale, almeno Mussolini aveva caratura di statista, il pugliese nemmeno
quella, ma solo di venditore di fumo e per altro gay.”

E per finire, una dichiarazione shock che tocca anche il gravissimo fenomeno
dei preti pedofili:
Mons. Giacomo Babini Vescovo Emerito di Grosseto:
“Ma io come Vescovo sarei maggiormente comprensivo
con un prete pedofilo che si penta e soffre della sua
condizione che di questi viziosi. Le dico di più, se mi fosse
capitato un pedofilo non lo avrei denunciato, ma cercato
di redimere. Un padre come é il Vescovo per un sacerdote,
non denuncia i figli che sbagliano e si pentono. Ma con
i viziosi bisogna essere intransigenti."