Non esistono verità assolute o dogmi insindacabili. Questi sono solo strumenti concepiti per soggiogare la vostra mente

sabato 9 marzo 2013

LIBRI: La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa

di Christopher Hitchens



(titolo originale: The Missionary Position. Mother Teresa in Theory and Practice. London : Verso 1995)
Traduzione di Eva Kampmann. Prefazione di Antonio Pascale. Introduzione di Christopher Hitchens
1ª ed. it. minimum fax 1997. 2ª ed. it. Roma, minimum fax 2003
pp. 134, € 7.75.



Un libro di forte impatto, un testo scomodo su uno dei personaggi di culto del pantheon cattolico dei nostri giorni.
L’immagine della missionaria ne esce a pezzi: Christopher Hitchens,
saggista di successo e giornalista per alcune importanti riviste statunitensi, ha scritto questo agile pamphlet dopo aver curato, sullo stesso argomento, un documentario per Channel Four (che mai vedremo in Italia).
Pagine provocatorie fin dal titolo, che gettano una luce sinistra sulla venerata missionaria, dipinta come una fanatica di scarsa intelligenza. A riprova, racconta l’aneddoto di quando le posero la domanda «cosa avrebbe scelto, fra Galileo e l’Inquisizione?»: la missionaria ebbe modo di scegliere, senza esitazione, la seconda opzione.
Il suo integralismo la portò a comportamenti che denotano una ben scarsa umanità: dalla convinzione che la sofferenza dei poveri sia di grande aiuto per il mondo, al battesimo praticato in punto di morte a inermi induisti e musulmani, agli standard di assoluta inefficienza dei suoi ospedali (anche se poi, per i propri malanni, si faceva curare in costose cliniche occidentali).
Il testo si sofferma anche sulle fortune economiche dell’Ordine religioso creato da madre Teresa, tanto elevate e ben celate da non permetterne, in pratica, una quantificazione sicura.
Sicuro è invece il suo comportamento sfacciato nella causa contro Charles Keating, reo di aver imbrogliato migliaia di risparmiatori USA. Ebbene, madre Teresa non si fece alcuno scrupolo di scrivere al giudice una lettera in sua difesa, solo perché il truffatore le aveva donato più di un milione di dollari, non suoi, ovvio!
Quanto alle opinioni politiche, il libro cita le diverse occasioni in cui la religiosa ha esplicitamente appoggiato dittatori sanguinari come Duvalier o Hoxha.
Un libro “pericoloso” quindi, specialmente se pubblicato in una società aprioristicamente genuflessa come la nostra. Un libro da far sparire, conseguentemente, come ben dimostra la sua vicenda italiana.
Il 3 novembre del 1999 il settimanale Diario della settimana recensì il libro di Hitchens, lamentandone l’improbabilità di una diffusione in Italia.
Poco dopo un lettore scrisse alla rivista informando dell’esistenza (dal 1997) della traduzione italiana del libro, che peraltro risultava introvabile.
Il successivo 1° dicembre, l’editore Minimum Fax inviò a propria volta una lettera, della quale si riporta un passo eloquente: «…in realtà il libro non è esaurito né fuori catalogo […] madre Teresa ebbe il cattivo gusto di passare a miglior vita proprio mentre il libro usciva e così le librerie si riempirono immediatamente di testi agiografici sulla “Santa dei poveri” mentre il papa ne proponeva una beatificazione in tempi record. Il nostro volumetto, scalzato da tanta mole di santità a cui dava un po’ fastidio, venne subito sfrattato per tornare prima del tempo in forma di reso alla casa madre».
Qualora non fosse tuttora reperibile in libreria, il testo è comunque disponibile presso l’editore (minimum fax s.r.l., piazzale di Ponte Milvio 28, 00191 Roma, e-mail info@minimumfax.com).
L’AUTORE

Christopher Hitchens (Portsmouth, Regno Unito, 1949) si è laureato nel 1970 in filosofia, scienze politiche ed economiche al Balliol College, presso l’Università di Oxford. Nel Regno Unito ha prestato la sua firma a varie testate, tra le quali il New Statesman e l’Evening Standard. Dal 1977 al 1979 è stato corrispondente di cronaca estera del London’s Daily Express, poi di nuovo al New Statesman come responsabile esteri dal 1979 al 1981. Ha collaborato poi come commentatore da Washington per Harper’s e corrispondente USA per The Spectator, nonché per il supplemento letterario del Times. A parte l’opera qui recensita, Hitchens ha scritto più di dieci libri tra cui i più recenti sono Dio non è grande (recensito in altra pagina di questa sezione), A Long Short War: The Postponed Liberation of Iraq (2003), Why Orwell Matters (2002), Il processo a Henry Kissinger (2001), Letters to a Young Contrarian (2001). Ha anche insegnato come professore associato all’Università della California a Berkeley, all’Università di Pittsburgh (Pennsylvania) e alla Nuova Scuola di Ricerche Sociali. Attualmente vive e lavora a Washington D.C. (USA) dove scrive mensilmente saggi letterari sull’Atlantic Monthly e cura la rubrica Minority Report per l’edizione in inglese di Vanity Fair, nonché una rubrica giornaliera su Slate. È anche occasionale corrispondente estero per il quotidiano britannico Daily Mirror. Di difficile etichettatura politica, Hitchens si definisce «talora vicino alle posizioni dei neo-con», sebbene rimarchi che la sua formazione politica è fondamentalmente marxista e non sia molto variata rispetto alla sua gioventù. Ateo militante e sostenitore della guerra in Iraq in chiave di contrasto del fondamentalismo islamico, non ha tuttavia mai perso occasione di attaccare il presidente Bush jr. per le sue posizioni confessionaliste.

Sergio D’Afflitto, Roma
Novembre 2005

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sabato 2 febbraio 2013

PADRE PIO IL SANTO IMPOSTORE

Voglio qui pubblicizzare un libro di Mario Guarino e di seguito riporto un articolo di Claudio Simeoni, tutti e due trattano la figura del famoso (o forse è meglio definirlo famigerato) Padre Pio. Un personaggio che, come già testimoniato dall'amico Mario Trevisan in un suo articolo che ho riportato qui (sua esperienza in prima persona), si rivela essere un falso e bugiardo, ma che purtroppo l'ignoranza popolare continua a portare in auge e a adorare questa persona abietta, ignorante e truffatrice.

  • SANTO IMPOSTORE
  • Mario Guarino
  • isbn 88-7953-125-5
  • pagg. 180
  • prezzo € 14,00
  • Controstoria di padre Pio



     
    La vera storia di padre Pio, che nessuno ha mai raccontato.
    L’apprendistato di un santo all’italiana – Estasi, vessazioni e peperoni • Divine malattie e umani privilegi • Stigmate, furbizie e sospetti • Camerati, massoni e avventurieri.
    Sangue, sesso, soldi e sortilegi – La strage degli “Arditi di Cristo” • Figli spirituali e comari di vita • Risse e sortilegi.
    Segregazione, ricatti e scandali – “L’operazione Candelabri” • Uno showman iracondo • Il banchiere di Dio.
    Indulgenze plenarie e pecuniarie – “Libertà” a pagamento • Il supermiracolo finale.
    Il pio business – Il mercimonio del beato • Affari con le stigmate • Il business del santo.

    Mario Guarino, giornalista, è autore di numerosi libri. Con la Kaos edizioni ha pubblicato: Berlusconi. Inchiesta sul Signor tv (1994, scritto con Giovanni Ruggeri); Fratello P2 1816 (2001); Santo impostore. Controstoria di padre Pio (2003).



PERCHE’ DAVANTI A “PADRE PIO”
IMBROGLIONE, TRUFFATORE
E PIU’ CHE SOSPETTO DI GENOCIDIO DIRETTO,
LA CHIESA CATTOLICA
COSTRINGE IN GINOCCHIO
CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE?

Di Claudio Simeoni

Da dove trae origine la necessità della chiesa cattolica di costruire i propri santi davanti ai quali e attraverso i quali costringere gli Esseri Umani in ginocchio?
Nei sistemi religiosi antichi, che per brevità chiameremo Pagani, c’era il concetto religioso secondo cui l’eroe, per i propri meriti, bussava alle porte dell’Olimpo rivendicando il proprio diritto divino davanti agli DEI.
Chi era l’eroe?
L’eroe era colui che modificando e attrezzando sé stesso costruiva per gli Esseri Umani delle condizioni migliori nelle quali esistere. Facendo questo traeva dei vantaggi per sé stesso e per il Sistema Sociale nel quale viveva. Ad esempio SATURNO, di Roma antica, entra nello sconosciuto, apprende l’agricoltura e i vantaggi di GIUSTIZIA, trasferisce quanto impara fra gli Esseri Umani arricchendo il Sistema Sociale sia attraverso la pratica dell’agricoltura che nella devozione a GIUSTIZIA. Queste sono le azioni per le quali Saturno viene onorato. SATURNO diventa un DIO perché ha trasformato sé stesso ed è riconosciuto e indicato come DIO all’interno del Sistema Sociale che per la sua azione ha migliorato le condizioni di vita. Lo stesso vale per ERCOLE e in generale per gli eroi sia dell’antica Roma che della Grecia antica. Essi si attrezzano per combattere mostri che tentano di distruggere i Sistemi Sociali umani. Per farlo si attrezzano, si modificano, diventando DEI e accedendo all’Olimpo.
Il sistema sociale diventa il terreno in cui l'Essere Umano si misura. Mette in atto le trasformazioni della sua vita attraverso le sfide per migliorare la qualità del Sistema Sociale nel quale è nato. Attraverso le sfide nella sua esistenza, l'Essere Umano diventa un DIO (separa sé stesso, la propria coscienza dal crogiolo di DEI che compongono ogni Essere della Natura) trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
E’ la costruzione del benessere all’interno del Sistema Sociale umano che determina il diventare DIO dell’eroe, dell'uomo consapevole. Nell'uomo consapevole le sfide tendono ad Armonia; Peitò il suo modo d'agire; Contesa Furente la sua difesa; Amicizia il consesso degli uomini; Afrodite le sue emozioni.
Il Sistema Sociale riconosce quell’eroe un DIO perché ha ricevuto dei doni da quell’eroe. Dei doni che non avrebbe ricevuto se quell’eroe non si fosse trasformato attraversando il fuoco della conoscenza e della consapevolezza usando il proprio coraggio.
Su questa base concettuale, psichica ed emozionale propria dei Paganesimi antichi e fatta propria dal Paganesimo moderno, il cristianesimo ha costruito la sua truffa.
L’intento del cristianesimo nella lunga guerra che ha imposto ai Paganesimi antichi era quello di spostare la centralità dell’attenzione degli Esseri Umani dal Sistema Sociale in cui vivevano alla struttura della gerarchia cattolica quale manifestazione tangibile del suo dio padrone in terra. Costringere gli Esseri Umani ad agire in funzione della gloria e della ricchezza della chiesa cattolica anziché del Sistema Sociale in cui vivevano. Costringerli a costruire benessere per la chiesa cattolica privando del benessere i Sistemi Sociali le cui persone dovevano essere immiserite e costrette in ginocchio a maggior gloria della chiesa cattolica.
La centralità non era più la Società degli uomini, ma la chiesa cattolica in quanto padrona degli uomini.
La santificazione, a quel punto, non era più quella dell’eroe che migliorava il benessere sociale, ma era quella del truffatore, del ladro, dell’assassino, del mafioso e del missionario che danneggiando i Sistemi Sociali costruivano la gloria, il potere e la ricchezza della chiesa cattolica.
E' proprio l'“insegnamento” di Gesù espresso nei vangeli che indica come truffare le persone: è sufficiente impedire loro di prendere in mano delle pietre davanti ad affermazioni e a pretese demenziali:
Gesù rispose: "Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla: chi mi glorifica è mio Padre, di cui voi dite: "E' nostro Dio"; ma non lo conoscete. Io si, lo conosco; e se dicessi di non conoscerlo sarei, come voi, un bugiardo. Ma lo conosco ed osservo le sue parole. Abramo, padre vostro, esultò di gioia al pensiero di vedere il mio giorno: lo vide e ne tripudiò". Gli risposero i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai veduto Abramo?". Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse io sono". Dettero allora piglio alle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.” Giovanni 8, 54-59
Il truffare, imbrogliare, ingannare è l'attività che viene ripresa da Paolo di Tarso a maggior gloria del suo dio padrone:
“E sia pure: io non vi sono stato d'aggravio; ma da furbo qual sono, v'ho presi con inganno.” Paolo di Tarso Corinti II 12,16
E' dottrina fondamentale cristiana l'uso della menzogna al fine di sottomettere gli Esseri Umani. La menzogna che viene usata soltanto dalle gerarchie per sottomettere, attraverso l'inganno, le persone del gregge che il buon pastore porta al macello della vita. Per contro, le pecorelle del gregge non devono usare la menzogna o l'inganno nei confronti del buon pastore, ma docili devono percorrere la strada del macello. Solo chi inganna, truffa, imbroglia, uccide gli uomini indifesi può essere elevato agli altari dalla chiesa cattolica. Le persone in ginocchio, coloro che pregano il santo, confermano il diritto della chiesa cattolica a distruggere le società civili; la vita degli uomini a sua maggior gloria.
Migliaia di processi davanti ai tribunali civili testimoniano le necessità delle società civili di liberarsi dalla pratica distruttiva della chiesa cattolica e della sua necessità di dominio degli uomini.

All’interno del progetto di distruzione delle società civili si inserisce la figura di Francesco Forgione detto padre Pio.
Cosa ha fatto questo personaggio, chiaramente malato di morte, per ricevere onori divini dalla chiesa cattolica?
Non starò a documentare passo per passo la sua attività di distruzione sociale, mi limiterò a citare quanto questo personaggio ha fatto per arricchire la chiesa cattolica e come abbia agito per danneggiare gli Esseri Umani. Mi limiterò a parlare del suo disprezzo per gli Esseri Umani che lo ha reso santo agli occhi della chiesa cattolica.
Scopo della famiglia cattolica è quella di distruggere il divenire psico-emotivo dei ragazzi al fine di renderli dipendenti (esattamente come all'eroina) dall'idea della provvidenza del dio sull'immagine del quale vengono costretti a riversare i loro sentimenti.
La costrizione educazionale imposta dalla famiglia viene ampliata e trasformata in malattia psichica attraverso la scelta soggettiva di fagocitare facendo propri i modelli costrittivi imposti. Le analisi cliniche hanno dimostrato che Padre Pio era malato di istrionismo.
Se ad un bambino viene imposto di non masturbarsi con minacce e terrore ha davanti a sé due scelte o farlo di nascosto mettendo in atto delle strategie per non venir scoperto o fustigarsi, imporsi privazioni, mortificazioni al fine di far proprio l’ammonimento. Nel primo caso diventerà un uomo nel senso che avrà imparato che la sua persona è importante e che deve essere protetta con delle strategie difensive, nel secondo caso diventerà un malato di morte il cui scopo sarà quello di imporre la propria malattia ad altri. In questo Francesco Forgione divenne abilissimo.
Sarà per le botte in testa subite dal padre unite alla superstizione nella quale venne educato o sarà perché alla superstizione volle sommare altra superstizione sta di fatto che le fobie sessuali crescevano. La perversione sessuale arrivò al punto tale che a nove anni la madre lo sorprese a flagellarsi, cioè a reprimere le sue pulsioni sessuali. Si giustificò con la madre affermando che stava imitando il supplizio ricevuto da Gesù.
La sua ferocia nei confronti della libertà sessuale fu tale da distruggere a colpi di forbice il lavoro di una ragazza, tale Adriana, che di domenica si stava applicando dei nastri sul vestito e prese a bastonate un amico che, viste le sue condizioni psico-fisiche, gli consigliava di amoreggiare con qualche ragazza.
Normalmente questi comportamenti sbocciano in patologie sessuali caratterizzate dal possesso dell’oggetto “amato”. Non è più una relazione di “partecipazione-amore” con l’altro, ma diventa esercizio sessuale volto al possesso e alla distruzione della personalità dell’altro.
Non è più Venere-Afrodite, ma diventa stupro.
Cosa del resto alimentata dalla chiesa cattolica e dalla superstizione nella quale viveva la famiglia di Francesco.
Nel 1902, cioè all’età di quindici anni, in un tema in classe affermava, dal libro di E. Malatesta “La vera storia di padre Pio” ed Piemme pag. 33: “Oh se fossi re!… combatterei prima di tutto il divorzio, da molti cattivi desiderato, e farei si che il sacramento del matrimonio fosse maggiormente rispettato… Io cercherei di illustrare il mio nome col battere sempre la via del vero cristiano; guai poi a coloro che non volessero seguirla. Li punirei subito o col metterli in prigione o coll’esilio oppure con la morte.”
Il desiderio psicologico di questi santi cattolici è sempre quello di macellare gli uomini a maggior gloria del proprio dio!
Figuratevi un bambino cresciuto mitizzando le stigmate di un altro Francesco e con forte propensione all’isterismo e al fanatismo, con turbe psichico-sessuali da immaginarsi aggressioni del demonio per mascherarsi le tensioni di vita che tentano di esprimersi. Questo tipo di personaggi, specialmente femminili, erano molto comuni negli anni cinquanta primi anni sessanta, oggi sembra un po’ meno anche se sicuramente si rincontrano ancora fra i bigotti e le bigotte e fra i loro bambini.
E’ inutile parlare di malattie psicosomatiche. Data la struttura sessualmente costretta, questo personaggio metteva in essere delle strategie per non rimanere nel convento dove la vita era troppo dura. Quando l sessualità è offesa le tensioni psichiche si manifestano in “bisogno di dominio e possesso”. E’ necessaria spietatezza per costruire individui a diventare schiavi pronti a costruire altri schiavi.
D'altronde i cattolici conoscono molto bene le tecniche di manipolazione mentale (specie nei bambini) e i Cappuccini di S. Francesco, come l’Opus Dei, i Domenicani, i Gesuiti ecc. sono dei professionisti. Lascio a voi immaginare cosa è successo nel convento fra il 1903 e il 1907.
L’Essere Umano non è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone, ma è il risultato delle proprie strategie di vita, è il risultato delle risposte che ha dato alle sollecitazioni che dal mondo giungono a lui. E’ il prodotto della sua educazione!
L’educazione cattolica, cui è stato sottoposto, porta a questa diagnosi psichiatrica che riprendo dal libro di Mario Guarino: “Beato Impostore” edizioni Caos: Nel 1999 lo psichiatra Luigi Cancrini firmerà una “perizia psichiatrica su padre Pio”. Scriverà Cancrini: “Una diagnosi psichiatrica relativa al caso padre Pio non è difficile da proporre. Osservando longitudinalmente, il disturbo di cui ha sofferto padre Pio è, secondo il Dsm IV (manuale diagnostico preparato dall’Associazione degli psichiatrici americani e oggi largamente utilizzato anche in Italia e in Europa), un disturbo istrionico della personalità. Osservato trasversalmente, nelle sue manifestazioni sintomatiche più evidenti, il suo è un disturbo di trance dissociativa. I criteri di ricerca per il disturbo di trance dissociativa sono di ordine sintomatico e culturale.”
In altre parole, il padre, la madre, l’ambiente superstizioso cattolico del paese, il prete che lo enfatizzava narrandogli la vita di Francesco che chiamava santo, il convento dei frati minori, ecc. hanno portato a termine un lavaggio del cervello del ragazzo facendolo diventare un pazzo. L’uomo non è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone, ma è il risultato della sua interazione con l’ambiente.
A quel punto la psicosomatizzazione di quanto subito gli fa prendere una decisione: il padrone sono io!
Così nel 1910 decise di avere le stigmate.
Gli altri frati avrebbero cessato di rompergli le scatole, lui era in odore di santità.
Il primo atto di disprezzo per la società lo fece ignorando gli obblighi militari. Fu dichiarato disertore e il 18 agosto 1917 fu prelevato dai carabinieri. Aveva già eluso il dovere militare con le sue finte malattie: siano gli altri a crepare; a lui cosa importava? Con le sue amicizie si fece congedare: mica voleva partire per il fronte.
Il problema che pose alla chiesa cattolica le stigmate di Forgione fu di ordine pratico. Non si trattava di un effetto psicosomatico, ma di una vera e propria truffa.
Ripeto: erano una vera e propria truffa!
Ne è stato testimone il dott. Vincenzo Tangaro e la così detta sparizione delle stigmate al momento della morte, nonché la bottiglietta di acido fenico e la tintura di iodio.
Il fine della truffa è sottomettere ad essa i pellegrini sia per esatazione del potere personale, sia per denaro (che poi è la stessa cosa: possedere uomini). D'altronde, davanti al fanatismo religioso cristiano costruito nella superstizione e per fini economici dalla chiesa cattolica non ci sono ragioni scientifiche che tengano.
Che Forgione fosse matto non ci sono più dubbi, ma un matto che si identifica col dio padrone, per il quale combatte il demonio e per ciò funzionale alla distruzione del Sistema Sociale.
Che Forgione fosse un assassino non ci sono dubbi, non si identificava forse col dio padrone? Quello stesso che mandò il diluvio universale e massacrò gli abitanti di Sodoma e Gomorra perché non facevano sesso come lui voleva?
Il 14 ottobre 1920 a S. Giovanni Rotondo le elezioni furono vinte dai socialisti. Al momento dell’insediamento il partito popolare di Sturzo e l’organizzazione che lo appoggiava “Gli arditi di Cristo” con i gagliardetti del Vaticano massacrarono 14 contadini e ferirono un centinaio di persone. Uno dei più gravi massacri della storia d’Italia. L’inchiesta parlamentare dette questi risultati che riprendo sempre dal libro di Mario Guarino “Beato Impostore”:
“Venne assodato che si era trattato di un eccidio organizzato e provocato dagli excombattenti (con l’appoggio dei fascisti). Quegli stessi excombattenti dei quali padre Pio aveva benedetto la bandiera. Commentando l’eccidio, il 2 aprile 1961, il quotidiano socialista Avanti punterà il dito proprio contro il frate di Pietralcina, titolando “padre Pio era con gli Arditi neri nel massacro di S. Giovanni””
Dopo questi fatti padre Pio ha deciso di derubare in proprio la terra del paese. Naturalmente non l’ha rubata come un ladro che agisce con destrezza, ma col metodo che egli conosce bene insegnatogli all’interno del convento dei Francescani: l’attività mafiosa.
Attività mafiosa che si materializzò non solo col suo giro di accoliti che raccogliendo informazioni sputtanò, diffamò e distrusse la reputazione di varie persone della gerarchia cattolica che potevano intralciare i suoi progetti. All’interno delle gerarchie vaticane vige il principio secondo cui se un prete, un vescovo o un altro gerarca riesce a fare le scarpe o a impedire e distruggere la carriera di qualcuno anche con mezzi sporchi e subdoli acquista meriti in quanto il suo fare diventa espressione della volontà divina. Questo è il modo di ragionare delle gerarchie vaticane ispirato direttamente dal Gesù di Nazareth nel suo “non cercare giustizia ai torti” “porgi l’altra guancia” oppure “mettiti d’accordo con me che ti accuso altrimenti ti porto dal magistrato che sicuramente ti condannerà”! Padre Pio si accordò con tale Morcaldi Francesco detto Ciccillo. Tale personaggio, eletto grazie alla complicità del frate a sindaco del paese nelle liste di una coalizione a destra del partito popolare, pagò l’appoggio del frate concedendo in enfiteusi perpetua il convento e gli orti per 750 lire in quanto i frati si erano resi benemeriti.
Questo tipo di scambio si chiama “voto di scambio” ed è una delle attività proprie della mafia. Questo accordo venne siglato il 31 dicembre 1923. Quell’accordo, per tappe successive, divenne definitivo il 14 settembre 1925.
Una proprietà veniva sottratta al demanio, cioè al pubblico interesse, e data ad un privato per interessi privati senza che il sistema sociale avesse un tornaconto se non l’appoggio che Morcaldi Francesco ebbe per la sua personale elezione.
Voglio sorvolare sulle guerre interne alle gerarchie religiose. Voglio sorvolare sugli interessi diversi dei vari papi che per un verso o per un altro combatterono o appoggiarono le operazioni criminali del frate. Appartengono al cattolicesimo e all’immondizia che questo sistema religioso esprime.
Voglio sorvolare sulle sue relazioni “amorose”, vere o false che siano. Chi è malato di morte come padre Pio concepisce la relazione amorosa come il possesso dell’altro e ricava piacere soltanto dalla distruzione dell’altro. Non è importante sapere quali fossero le sue relazioni amorose, ma è importante sapere che le patologie derivate dal condizionamento educazionale subito gli impediva di avere relazioni amorose con donne (o con uomini) che fossero di puro piacere, ma erano sempre relazioni in cui lui possedeva, disponeva, sottometteva e distruggeva l’altro. D'altronde il suo comportamento nelle relazioni interpersonali lo dimostrano.
Vogliamo sorvolare sulle truffe di Giovanbattista Giuffré e come i Francescani bloccarono le indagini della guardia di finanza? Vogliamo parlare dei documenti che distrusse per non finire in galera? O vogliamo parlare dell’articolo dell’Espresso del 9 aprile 1961 in cui si accusava padre Pio e Giuffrè dell’anonima banchieri e delle centinaia di milioni, degli anni cinquanta, fatti sparire?
A cosa mirano i cattolici se non al denaro? Non al denaro che costruisce la ricchezza per il Sistema Sociale, ma al denaro rubato al Sistema Sociale per costruire la ricchezza della chiesa che può così procedere a sottomettere chi non si può difendere. La chiesa cattolica costruisce miseria sociale per la sua gloria e padre Pio eseguiva per la sua gloria che coincideva con quella della chiesa cattolica. L’importante era essere in grado di derubare il Sistema Sociale e costruire la miseria fra gli uomini privandoli della ricchezza: lo ordina il Gesù padrone.
La guerra all’interno della chiesa cattolica continua. Il papa cattolico Giovanni XXIII, che osteggiava Padre Pio muore e il suo successore Paolo VI è, a differenza, molto pragmatico. Padre Pio ha quasi ottanta anni e a Paolo VI° interessano soltanto le sue ricchezze. E così giunge l’accordo. Si mette una bella pietra sopra le porcate fatte da Padre Pio. Padre Pio lo si mette in odore di santificazione in cambio di un bel testamento. Al Vaticano fu concesso di vedere il testamento del frate, ma non lo trovò adeguato. Così consegnò al frate due testamenti che il frate ricopiò e firmò rendendo il Vaticano erede universale dei suoi beni, delle sue società e di tutti i suoi soldi. Dopo di che il Vaticano, per opera del cardinale Ottaviano, lo costrinse ad una pubblica dichiarazione in cui si sosteneva che la chiesa cattolica era comprensiva nei suoi confronti. L’ipocrisia di padre Pio e del Vaticano possono andare tranquillamente a braccetto!
Perché si risolvono le questioni in questo modo?
Perché padre Pio era un buon cristiano, truffava, rubava, è responsabile di genocidio, ma tutto sommato è stato utile alla chiesa cattolica. In fondo i preti e i vescovi che pretendevano di svelare la sua ipocrisia e le sue truffe cosa hanno fatto per la chiesa cattolica? Volete mettere i milioni di pellegrini che vanno a chiedere il miracolo e a lasciare l’obolo? Volete mettere i miliardi che ha ricavato il Vaticano? Cosa sono le pretese di onestà di prelati e vescovi avversi. Quello che conta è il risultato. Quello che conta è la gloria del padrone nel costringere le pecore in ginocchio.
Per questo motivo Wojtyla intende farlo santo!
Ha obbedito alla prima regola del cattolicesimo: ha derubato il Sistema Sociale umano per arricchire la chiesa cattolica! Dunque è santo!
Gli Uomini sono convinti che gli eroi portino doni. Gli eroi portano doni e nel portare doni agli Esseri Umani si trasformano arrivando a bussare alle porte dell’Olimpo. I cattolici derubano gli Esseri Umani per arricchire la chiesa cattolica e per questo motivo vengono fatti santi. Come la Teresa di Calcutta o tutta la torma di ladri per finire ai missionari che annientano i popoli africani o i missionari che spacciavano oppio in Cina per distruggere quel paese.
Le persone vengono ingannate alterando la percezione della loro attenzione attraverso il condizionamento educazionale. Decine di milizie di malati arrivano a S. Giovanni Rotondo in cerca del miracolo e della grazia. Certo, esattamente come molti milioni di persone giocano al lotto, al totocalcio o al superenalotto. La superstizione è la stessa! Il desiderio di vincere qualche cosa gratuitamente è fortissimo. Attraverso questo si costruisce la truffa e l’inganno. Si chiedono dei comportamenti deferenti, comportamenti di rinuncia alla vita prospettando la vincita del miracolo o della grazia quando si sa che l’uno e l’altro sono solo truffe. Dove il truffato non paga soltanto col denaro, ma paga la propria attesa nella provvidenza con l’intera propria esistenza.
Padre Pio è solo un volgare truffatore la cui truffa sarà continuata e perpetrata dal Vaticano perché è una fonte di guadagno economico ed uno strumento per costringere le persone a rinunciare alla propria vita. E’ uno strumento che alimenta la superstizione. Alimenta la concentrazione dell’attenzione degli astanti su un’attesa che non solo non arriverà, ma che pagheranno con la loro vita.
D'altronde, come mai la chiesa cattolica non mette l’accento sul miracolo di padre Pio, quello vero? Un uomo, detto padre di famiglia, va in pellegrinaggio e al ritorno stermina la famiglia. E perché non mettere l’accento sull’altro grande miracolo? Migliaia di persone vanno storpi da padre Pio e ritornano storpi, ma col portafoglio più leggero.
Questo è il vero miracolo per cui Wojtyla ha fatto beato padre Pio. Ricordiamo che senza denaro i missionari cattolici non possono costringere gli Indù a farsi battezzare o a diffondere l’Aids in Africa. Volete mettere che grande miracolo? Costruire la miseria fra gli Esseri Umani a maggior gloria del dio padrone dei cristiani.
N.B. Per lo scritto è stato usata la traccia del libro “Beato impostore” di Mario Guarino ed. Caos.

martedì 1 gennaio 2013

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'INFALLIBILITA'

di Walter Peruzzi

 L'indiscutibile autorità del papa è una verità di fede: ma non delle più antiche.



L'infallibilità del papa rientra nelle verità di fede, benché si tratti di una delle più recenti. Fu infatti fermamente voluta da Pio IX e proclamata, dopo aspre discussioni e fra molte opposizioni, solo nel 1870, dal Concilio Vaticano I, ma con ovvio valore retroattivo. Esso decretò: «Insegniamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il Romano pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, definisce, in virtù della sua suprema autorità apostolica che una dottrina riguardante la fede o i costumi dev'essere ammessa da tutta la chiesa, gode, per quell'assistenza divina che gli è stata promessa nella persona del beato Pietro, di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto fosse dotata la sua chiesa, allorché definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi».

L'elastico dell'infallibilità
Il papa si ritiene dunque infallibile sia per quanto riguarda i dogmi, sia per quanto riguarda le norme morali anche se la formulazione è abbastanza elastica da permettere di far rientrare o uscire questa o quella affermazione dal novero di quelle infallibili restando ad esempio indeterminato quando il papa parli ex cathedra e quando no.
A rendere la formula ancor più elastica concorsero poi i successori di Pio IX, che in più occasioni liquidarono con fastidio le obiezioni sentenziando in modo perentorio, come Leone XIII: «Quello che si deve credere e quello che si deve operare, appartiene per diritto divino. alla Chiesa e al Sommo Pontefice. Per tali motivi il Pontefice deve poter giudicare con la sua autorità quali siano le cose contenute nella parola di Dio, quali dottrine sono ad esse conformi, e quali no. Allo stesso modo deve indicare ciò che è onesto o turpe; ciò che si deve fare e cosa fuggire per raggiungere la salvezza; altrimenti non sarebbe più il sicuro interprete della parola di Dio, né guida sicura all'uomo nell'agire» (Sapientiae Christianae, 1890). Ancora più arrogante e stizzito Pio X, per il quale «quando si ama il Papa, non si fanno discussioni intorno a quello che esso dispone od esige, o fin dove debba giungere l'obbedienza ed in quali cose si debba obbedire. non si limita il campo in cui Egli possa e debba esercitare la sua autorità; non si antepone all'autorità del Papa quella di altre persone per quanto dotte che dissentano dal Papa, le quali se sono dotte non sono sante, perché chi è santo non può dissentire dal Papa» (Discorso agli iscritti dell'unione cattolica,1912).
Ma, specie dopo il Concilio Vaticano II, l'elastico funzionò anche nel senso di limitare e ridurre i pronunciamenti sicuramente infallibili - specie nel tentativo di fronteggiare le smentite provenienti dalla storia, cioè i numerosi "errori" commessi dagli "infallibili". I teologi cattolici in particolare, nota il teologo dissidente Hans Küng nel suo saggio su L'infallibilità, si sono industriati a «arginare la messa in questione dell'infallibilità con una ricetta in fondo abbastanza semplice: o l'errore non sussisteva affatto, oppure - quando alla fine non si era più in grado di contestare, reinterpretare, minimizzare e sfumare - non c'era stata una decisione infallibile».

Anche la Chiesa è infallibile
Va poi ricordato che se a far discutere è soprattutto l'infallibilità personale del papa, secondo la dottrina cattolica è infallibile anche la Chiesa nel suo insieme. Essa, come afferma il Catechismo romano del Concilio di Trento, «appunto perché governata dallo Spirito Santo non può errare nell'insegnamento della fede e dei costumi» (§ 115). E il Catechismo della Chiesa cattolica del 1992 ribadisce: «Cristo, che è la verità, ha voluto rendere la sua Chiesa partecipe della propria infallibilità» (§ 889). Oltre che nel Romano Pontefice «L'infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel Corpo episcopale, quando questo esercita il supremo Magistero col Successore di Pietro, soprattutto in un Concilio Ecumenico» (§ 891).

Le smentite della storia
Ma i papi e la Chiesa si sono poi dimostrati davvero infallibili? In realtà non sembra, dato che la Chiesa ha cambiato molte dottrine importanti. Qualche esempio, in materia di norme morali: ieri legittimava la schiavitù e oggi la condanna; fino a Pio XII affermava che la donna deve essere subordinata all'uomo e oggi almeno verbalmente ammette la parità (fuorché nell'accesso al sacerdozio); la libertà di coscienza, oggi difesa da Benedetto XVI, fu condannata in forma solenne come "delirio" da Gregorio XVI e Pio IX; uccidere in nome di Dio è ritenuto un grave peccato da Benedetto XVI mentre era un dovere, premiato con la remissione dei peccati, per Urbano II, Innocenzo III, Gregorio IX, Pio V e tanti altri papi. La Chiesa ha cambiato idea anche su questioni di fede: Pelagio fu condannato nel 391 per avere sostenuto che i bambini si salvano anche senza battesimo e il Concilio di Trento lanciò contro tale posizione l'anatema. Oggi una commissione approvata da Benedetto XVI afferma che si può sperare, con «solide basi teologiche», che vadano in Paradiso. Altri dogmi, come quelli sulla verginità e l'immacolata concezione, sono contestati da preti e laici cattolici. E la Chiesa tace su questo dissenso ma scomunica per gli stessi motivi teologi più famosi (come Tissa Balasurya).
Per non dire di papa Onorio che professò la dottrina monofisita (secondo cui in Cristo v'è una sola natura e non due) poi condannata dal III Concilio ecumenico di Costantinopoli del 680-81, che lo dichiarò eretico. O "l'infallibile" Adriano VI che nel 1523 dichiarò che il papa può «errare, persino in materia di fede» e che «molti pontefici romani .erano eretici». E potremmo continuare.

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