di Christopher Hitchens
(titolo originale: The Missionary Position. Mother Teresa in Theory and Practice. London : Verso 1995)
Traduzione di Eva Kampmann. Prefazione di Antonio Pascale. Introduzione di Christopher Hitchens
1ª ed. it. minimum fax 1997. 2ª ed. it. Roma, minimum fax 2003
pp. 134, € 7.75.
Un libro di forte impatto, un testo scomodo su uno dei personaggi di culto del pantheon cattolico dei nostri giorni.
L’immagine della missionaria ne esce a pezzi: Christopher Hitchens,
saggista di successo e giornalista per alcune importanti riviste statunitensi, ha scritto questo agile pamphlet dopo aver curato, sullo stesso argomento, un documentario per Channel Four (che mai vedremo in Italia).
Pagine provocatorie fin dal titolo, che gettano una luce sinistra sulla venerata missionaria, dipinta come una fanatica di scarsa intelligenza. A riprova, racconta l’aneddoto di quando le posero la domanda «cosa avrebbe scelto, fra Galileo e l’Inquisizione?»: la missionaria ebbe modo di scegliere, senza esitazione, la seconda opzione.
Il suo integralismo la portò a comportamenti che denotano una ben scarsa umanità: dalla convinzione che la sofferenza dei poveri sia di grande aiuto per il mondo, al battesimo praticato in punto di morte a inermi induisti e musulmani, agli standard di assoluta inefficienza dei suoi ospedali (anche se poi, per i propri malanni, si faceva curare in costose cliniche occidentali).
Il testo si sofferma anche sulle fortune economiche dell’Ordine religioso creato da madre Teresa, tanto elevate e ben celate da non permetterne, in pratica, una quantificazione sicura.
Sicuro è invece il suo comportamento sfacciato nella causa contro Charles Keating, reo di aver imbrogliato migliaia di risparmiatori USA. Ebbene, madre Teresa non si fece alcuno scrupolo di scrivere al giudice una lettera in sua difesa, solo perché il truffatore le aveva donato più di un milione di dollari, non suoi, ovvio!
Quanto alle opinioni politiche, il libro cita le diverse occasioni in cui la religiosa ha esplicitamente appoggiato dittatori sanguinari come Duvalier o Hoxha.
Un libro “pericoloso” quindi, specialmente se pubblicato in una società aprioristicamente genuflessa come la nostra. Un libro da far sparire, conseguentemente, come ben dimostra la sua vicenda italiana.
Il 3 novembre del 1999 il settimanale Diario della settimana recensì il libro di Hitchens, lamentandone l’improbabilità di una diffusione in Italia.
Poco dopo un lettore scrisse alla rivista informando dell’esistenza (dal 1997) della traduzione italiana del libro, che peraltro risultava introvabile.
Il successivo 1° dicembre, l’editore Minimum Fax inviò a propria volta una lettera, della quale si riporta un passo eloquente: «…in realtà il libro non è esaurito né fuori catalogo […] madre Teresa ebbe il cattivo gusto di passare a miglior vita proprio mentre il libro usciva e così le librerie si riempirono immediatamente di testi agiografici sulla “Santa dei poveri” mentre il papa ne proponeva una beatificazione in tempi record. Il nostro volumetto, scalzato da tanta mole di santità a cui dava un po’ fastidio, venne subito sfrattato per tornare prima del tempo in forma di reso alla casa madre».
Qualora non fosse tuttora reperibile in libreria, il testo è comunque disponibile presso l’editore (minimum fax s.r.l., piazzale di Ponte Milvio 28, 00191 Roma, e-mail info@minimumfax.com).
L’AUTORE
Christopher Hitchens (Portsmouth, Regno Unito, 1949) si è laureato nel 1970 in filosofia, scienze politiche ed economiche al Balliol College, presso l’Università di Oxford. Nel Regno Unito ha prestato la sua firma a varie testate, tra le quali il New Statesman e l’Evening Standard. Dal 1977 al 1979 è stato corrispondente di cronaca estera del London’s Daily Express, poi di nuovo al New Statesman come responsabile esteri dal 1979 al 1981. Ha collaborato poi come commentatore da Washington per Harper’s e corrispondente USA per The Spectator, nonché per il supplemento letterario del Times. A parte l’opera qui recensita, Hitchens ha scritto più di dieci libri tra cui i più recenti sono Dio non è grande (recensito in altra pagina di questa sezione), A Long Short War: The Postponed Liberation of Iraq (2003), Why Orwell Matters (2002), Il processo a Henry Kissinger (2001), Letters to a Young Contrarian (2001). Ha anche insegnato come professore associato all’Università della California a Berkeley, all’Università di Pittsburgh (Pennsylvania) e alla Nuova Scuola di Ricerche Sociali. Attualmente vive e lavora a Washington D.C. (USA) dove scrive mensilmente saggi letterari sull’Atlantic Monthly e cura la rubrica Minority Report per l’edizione in inglese di Vanity Fair, nonché una rubrica giornaliera su Slate. È anche occasionale corrispondente estero per il quotidiano britannico Daily Mirror. Di difficile etichettatura politica, Hitchens si definisce «talora vicino alle posizioni dei neo-con», sebbene rimarchi che la sua formazione politica è fondamentalmente marxista e non sia molto variata rispetto alla sua gioventù. Ateo militante e sostenitore della guerra in Iraq in chiave di contrasto del fondamentalismo islamico, non ha tuttavia mai perso occasione di attaccare il presidente Bush jr. per le sue posizioni confessionaliste.
Sergio D’Afflitto, Roma
Novembre 2005
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