di Walter Peruzzi
Articolo tratto da Cattolicesimo reale
Consigliato ai cattolici
Riservandomi di tornare prossimamente sui testi degli autori non credenti, ossia quasi tutti quelli sopra citati, vorrei soffermarmi qui su quello di un cattolico, Elio Rindone, che critica l’apologetica tradizionale utilizzando le ricerche sviluppate nel Novecento da teologi protestanti e, dopo il Concilio Vaticano II, anche cattolici.
Il suo libro, chiaro, conciso e argomentato, particolarmente raccomandabile per dei lettori cattolici, afferma che i Vangeli non sono «un resoconto trasparente degli eventi storici» ma un’elaborazione e «un’interpretazione teologica» di tali eventi da parte delle prime comunità cristiane. Rindone sostiene inoltre che un evento cruciale come la resurrezione va inteso in senso simbolico e che ha un valore metaforico anche il termine «figlio di Dio» usato per Gesù, sicché oggi non è più sostenibile quanto affermato dal Concilio di Calcedonia e cioè che Cristo sia vero dio e vero uomo, seconda persona della trinità, incarnatasi e morta in croce per redimere l’umanità dal peccato originale. Per Rindone anzi, come rimarca in una recensione molto partecipe Marcello Vigli, esponente delle comunità di base, la «interpretazione tradizionale della figura di Gesù… è un travisamento del Vangelo» (3).
Uomo, non Dio
Questo conclusioni, che negano la storicità dei Vangeli e la divinità di Cristo,
sono piuttosto insolite in ambito cattolico, benché non uniche. Posizioni simili ha espresso infatti l’ex-parroco dell’Isolotto Enzo Mazzi che ancora nel marzo scorso, recensendo il Gesù di Ratzinger, scriveva: «I Vangeli non sono la storia di Gesù ma la riflessione teologica in forme narrative o rituali delle comunità cristiane del primo secolo» (4). Richiamandosi inoltre a I detti di Gesù, ricostruzione moderna di un testo anteriore ai quattro Vangeli circolante solo oralmente, Mazzi sottolineava come tale testo fornisca una immagine diversa e più condivisibile di Gesù e del cristianesimo primitivo poiché in esso «non c’è notizia dei fatti della nascita, della morte e della resurrezione» e c’è «solo un’eco flebile del processo di mitizzazione della persona di Gesù che è appena agli inizi e che però presto sfocerà nella divinizzazione. E’ assente l’essere divino-umano, il dio incarnato che si sacrifica per redimere l’umanità peccatrice» .
Rindone tuttavia, pur attribuendo anche una valenza sociale al messaggio cristiano, ne sottolinea il valore eminentemente religioso e di «fede in Gesù». Mazzi insiste invece sul messaggio politico rivoluzionario: il «movimento messianico di impegno per la realizzazione del “Regno di Dio”… tradotto in termini moderni si potrebbe definire come movimento per un “mondo nuovo possibile”. Il Gesù del “Proto-Vangelo” è soprattutto un “figlio dell’uomo” che alla lettera può significare “Figlio dell’umanità”, parte di un movimento storico di liberazione radicale».
Cattolici senza dogmi
Queste posizioni, certo molto minoritarie, non sono però isolate, almeno in seno a quel cattolicesimo critico rappresentato in Italia da alcuni preti, dalle comunità cristiane di base o da movimenti e riviste come “Noi siamo chiesa”, “Adista” ecc.
E neppure si tratta di un dissenso dal cattolicesimo ufficiale limitato alla questione cristologica. Esso investe una serie di dogmi e di norme morali «non negoziabili»: c’è chi nega i dogmi mariani, sostenendo che Maria non fu affatto vergine ma conobbe i piaceri del sesso (Barbero); chi, come il teologo Vito Mancuso, pur volendo i crocifissi sui muri e la religione fra i banchi di scuola, propone di abolire tre-quattro dogmi, fra cui quello del peccato originale; chi afferma che Dio non ha tempo per occuparsi di masturbazione (don Gallo), benché essa sia ancora punita dal catechismo con la pena eterna; che il papa è fallibile (Kung); che la Chiesa è un’istituzione umana (Vigli), anzi «soffoca Cristo e il cristianesimo» (don De Capitani); che l’Inferno non esiste, che non sono ispirate da Dio le parti più orrifiche della Bibbia, che Cristo è «cibo eucaristico» solo in senso simbolico, che della sua vita ognuno fa quel che vuole e chi più ne ha più ne metta (o ne tolga).
Ora, è certo rassicurante non aver a che fare con oscurantisti clericali o progressisti bigotti come quelli di “Famiglia cristiana”, ma con cattolici che non credono a vergini partorienti e morti risorti il terzo giorno; e che sono d’accordo con noi nella difesa dello stato laico, di lavoratori e di migranti contro berlusconiani, neonazisti, leghisti, amici di Marchionne e altra gentaglia, cattolica o atea che sia.
Ma un problema sicuramente c’è.
Un cattolicesimo a due velocità?
Le poche decine di migliaia di cattolici (a essere larghi) che professano questo cattolicesimo senza dogmi non possono non sapere che papa, vescovi e preti insegnano al restante miliardo di fedeli quelle che sono (dal loro punto di vista) delle minchiate o delle bugie. Quelle stesse che la Chiesa ha insegnato, per venti secoli, ai cattolici vissuti prima di loro. Infatti si può contorcersi quanto si vuole, virando sul simbolico, ma Gesù o è Dio o non lo è, il papa o è infallibile o si sbaglia, Maria o è assunta in cielo o è sepolta in terra ecc.
Certo, sbaraccati i dogmi, si può ancora avere «fede in Gesù» e in un al di là di qualche genere, cioè dirsi cristiani. Ma cattolici, ossia membri di una istituzione che insegna il falso come verità di fede?!
Né può valere l’argomento che mi sono spesso sentito ripetere da questi amici e cioè che la Chiesa, con tutti i suoi errori, ha pur sempre il merito di aver conservato e trasmesso fino ad oggi la memoria di Gesù. Il libro di Rindone mostra il contrario e cioè che essa ha trasmesso e trasmette una immagine divinizzata e falsa di Gesù, da cui solo pochi cattolici riescono con fatica a liberarsi contrastando quel che il magistero fa credere alla stragrande maggioranza dei fedeli circa un’inesistente seconda persona della trinità.
Come si può allora, e perché, convivere con la menzogna “coprendo” un’istituzione che è una fabbrica di bugie e legittimando un cattolicesimo a due velocità (quello degli spiriti critici, libero da grossolanità dogmatiche, presentabile in società; e quello ad uso delle masse sprovvedute, che credono e praticano quanto il papa impone loro, o vivono col senso di colpa per non riuscirci fino in fondo)?
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Note
(1) Fra questi: Gli apostoli traditori. Gli sviluppi del Cristo impolitico, 2010; Cristianesimo primitivo. Dalle origini alla svolta costantiniana, 2010; Ateo e sovversivo. I lati oscuri della mistificazione cristologica, 2010; Le diatribe del Cristo. Veri e falsi problemi nei vangeli, 2010. Tutti editi da Lulu. Si veda anche Studi sul nuovo testamento nel sito “HomoLaicus” curato dall’autore (http://www.homolaicus.com/nt/vangeli/index.htm).
(2) Vedi il sito www.deiricchi.it) e i due precenti volumi Il vero profeta, www.macrolibrarsi.it/libri/, 2006 e Giovanni Battista. La storia mai raccontata, ibidem, 2009.
(3) M. Vigli, Quando ha ancora un senso di scrivere di teologia, Cdb, http://www.cdbitalia.it/2011/12/04/.
(4) E. Mazzi, Il libro di Ratzinger, il Gesù storico e la verità della Chiesa, “il manifesto”, 13 marzo 2011.
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